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NOVELLA XXXIII 229 del male, ma di molti altri omicidii macchiata dei quali il 'Polonio era consapevole e partecipe, deliberò non aspettare che fosse dai ministri di giustizia arrestata e come micidiale punita. Onde presa gran somma di danari, argenti di casa ed altri mobili preziosi, se ne ritirò ad un castello del duca di Savoia chiamato Poggetto, mostrando a quelli di casa ch'era necessario far questo per alcuni convenienti rispetti. Parti da Cabrio assai a buon’ora e in un tratto arrivò a Poggetto, non molto indi lontano. Il Tolonio fu condutto a Zais, città antichissima già fondata da Sestio romano, ove sono Tacque calde, e per questo i latini appellano quella città « l’Acque Sestie ». Quivi il re cristianissimo tiene un onorato parlamento per la Provenza, ove tutte l’appellazioni de la Provenza si riducono, e da le diffinitive sentenze di questo parlamento rappresentante la persona del re non è appellazione. Essendo adunque il Tolonio in mano di quel senato, fu formato il suo enorme processo, nel quale accusò madama di Cabrio de l’adulterio e di tanti altri omicidii quanti fatti aveva. Il senato, udita la confessione del reo e la ratificazione da lui volontariamente fatta, giudicò che egli si rimenasse a Grassa e quivi fosse come meritava decapitato e poi messo in quattro quarti su le publiche forche per esca ai corbi ; il che severamente fu esSequito. Fecero poi i senatori per sergenti publici citar madama di Cabrio, e datole conveniente termine a comparire, veggendo quella esser fuggita e non voler ubidire, quella come contumace, gridando contra i contumaci tutte le ragioni, condannoro che devesse giustiziarsi, sempre che venisse in poter de la giustìzia, de la maniera che il suo adultero era stato punito. Ora non comparendo, la fecero in figura, come in questo regno si costuma, squartare, tagliatole prima la testa; e cosi in Grassa su la piazza in una tavoletta si vede dipinta. Ella di tutti questi successi avvertita ed in Poggetto non si tenendo ben sicura, deliberò di quivi partirsi ed andarne altrove. E preso in sua compagnia uno Giacomo Pagliero, perciò che tutti i servidori e donne s’erano da lei partiti, con i danari e robe sue se n’andò a la volta di Genova. E nel camino, per non dormir sola, si teneva Giacomo seco; a tal era ridutta