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226 PARTE SECONDA cognizione de le liti, de le giurisdizioni de le lor castella e d’altre faccende di casa come egli aveva, avendo sempre il tutto governato vivendo la buona memoria di lor padre. E circa questo disse cose assai, di modo che parve che il figliuolo s’acquetasse. Ma questa nuova Medea, dubitando che egli ai fratelli o ad altri dicesse alcuna cosa, avvedutasi che il giovinetto ogni di soleva su una galleria o loggia una e due ore passeggiare, communicato il tutto con il Tolonio, sconficcò un’asse de la loggia; di tal maniera che il giovine, postosi secondo il solito suo a passeggiare e dato due e tre vòlte, s’avvenne a porre il piede su l'asse sconficcata e rovinò da alto a basso, e dando su grossissimi sassi tutto si ruppe e scavezzossi il collo. Il ro- more nel castello fu grande, e la scelerata madre dentro nel suo cor gioiva, mostrava in apparenza che si volesse disperare ed empiva di gridi e di lamenti tutta l’aria, parendo che non volesse ricever veruna consolazione. Toltosi questo sventurato figliuolo si miseramente dinanzi agli occhi, attendeva a darsi piacere e buon tempo col suo avvocato, straccandosi ma non saziandosi già mai. Ed avendo preso più di confidenza che non si conveniva, non passò guari di tempo che un altro dei figliuoli prese in sospetto la troppa domestichezza de la madre con il Tolonio. Del che avvedutasi la rea donna, deliberò tanto fare di questo quanto de l’altro fatto aveva, né ad altro attendeva se non a trovar occasione di mandar ad effetto il suo scelerato dissegno. Aveva ella per danari corrotto un servitore col quale volentieri il detto figliuolo andava a spasso. Ora essendo un di fuor a caccia, e come si fa correndo chi in qua chi in là, perché erano molti in compagnia, avvenne che il giovinetto s’abbatté a esser suso un colle che aveva una rupe o sia corno assai alto. Quivi volendo il giovine veder ciò che i compagni a basso facevano, si mise in cima de la rupe a guardar al piano. Il servidore che era con lui, poi che s’avvide che da persona non era veduto, gli diede ne le schiene una spinta, di modo che rovinando a basso e percotendo del capo e di tutto il corpo in durissimi sassi, prima che pervenisse al fondo, tutto disfatto se ne mori. Il ribaldo servidore, voltatosi a una altra banda, andava