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NOVELLA XXXI 21 I penetrato, tuttavia più si sentiva accendere, e tanto più andava di mal in peggio quanto che la fanciulla ogni volta che lo vedeva tutta allegra gli faceva buonissimo viso e pareva che volentieri si lasciasse vedere. Essendo adunque egli in questi termini e rimedio al suo amore non ritrovando, conchiuse tra sé di parlar al padre di lei e chiederla per moglie. Fatta questa deliberazione e presa l’oportunità, ritrovò il padre de la sua innamorata e gli disse, dopo che salutato l’ebbe: — Messer Ambrogio, per non entrar ne l’orto de le belle parole e de le cerimonie, io con voi parlerò a la libera. So che voi sapete ciò che io mi sono e che non vi accaderà andar cercando informazione de’ casi miei. Quando a voi piaccia di darmi vostra figliuola Laura per moglie, io volentieri la sposerò, perché sono già molti di che ella meravigliosamente mi piace e tra me ho fatta ferma deliberazione di seco maritarmi. — Messer Ambrogio si meravigliò molto di questa domanda, e conoscendo la nobiltà e le gran ricchezze del giovine, che sapeva che in Milano averebbe molto meglior partito e più nobiltà e roba ritrovato, restò un poco sospeso, e poi cosi gli rispose: — Signor Gian Battista, a me non accade pigliar informazione de’ casi vostri, sapendo molto bene quello che voi séte. E per questo non posso se non grandemente meravigliarmi de la domanda vostra, che vogliate abbassarvi a prender mia figliuola, che se bene è nata nobile pur è figliuola di povero padre, ché le mie facoltà non son tali ch’io possa darle a gran pezza la dote che a voi si conviene. — Non mi parlate di dote — disse l’amante, — perciò che la Dio mercé io ho roba assai per lei e per me, e non vi chieggio né dote né altro se non Laura sola, a la quale io farò conveniente dote e tale, quale ad un par mio appartiene. Risolvetevi pure a darmi vostra figliuola, e del resto non vi prendete né cura né fastidio. Averò ben caro che mia madre per ora nulla ne sappia. Ma per sicurezza vostra io sposerò Laura in presenza di quattro e cinque dei vostri più prossimi parenti. — Messer Ambrogio alora gli rispose: — Signor mio, egli è ben fatto che in un caso di tanta importanza voi ci pensate suso meglio cinque o sei di ancora, ed io altresì penserò ai casi miei. — Pensate pure