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NOVELLA XXXI 209 e siano d’ogni cosa al viver umano necessaria si abondevoli come egli è. Il perché Ausonio Bordegalese nel catalogo de le città mirabilissimainente lo commenda e quasi Io fa pari a Roma, in quei tempi che ancora Roma da’ barbari non aveva ricevuto danno, ma intiera e bella fioriva. Se adunque un poeta guascone lo loda, non riputo che a me debbia esser disdicevole aver fatto il medesimo e farlo ogni volta che me ne venga l’occasione. Dico adunque che in Milano, ricco e copioso d’ogni buona cosa e pieno di grandissima e leggiadra nobiltà, non è molto tempo fu un giovinetto chiamato Gian Battista da Latuate che per la morte del padre era rimaso ricchissimo e si nodriva sotto la cura de la madre, madrona nobilissima dei Caimi, la quale poneva ogni diligenza, studio e sollecitudine in allevar questo suo unico figliuolo gentilmente e fare che insieme con le buone lettere riuscisse ornato d’ottimi costumi. Crebbe il giovinetto, e già essendo di quindeci in sedeci anni, dava a tutti ottima speranza di farsi un compito gentiluomo, praticando con altri giovini gentiluomini e spesso essercitandosi ora in cavalcare, ora in giocar a la palla ed ora su la scola de lo schermire, adattandosi meravigliosamente al maneggio d’ogni sorte d’armi. Aveva egli le paterne case, come ancor ha, ne la strada di Brera; e cavalcando sovente per la città a diporto ora su una mula ed ora sovra generosi cavalli, avvenne che passando per la contrada del Borgo Nuovo vide una giovanetta, che era ad una finestra che aveva una gelosia dinanzi, e quivi se ne stava a veder chiunque per la via passava. Parve a Gian Battista di non aver mai più veduta fanciulla cosi bella né cosi vezzosa, e di tal maniera in quella prima vista s’abbagliò e tanto gli piacque la giovanetta, che altrove che a quella non poteva rivolger l’animo. Onde due e tre volte quell’¡stesso giorno le passò per dinanzi e sempre al medesimo luogo la vide, e quanto più la vedeva tanto più gli pareva che la bellezza e la grazia in lei agumentasse. Fatto poi spiare da uno dei suoi servidori chi fosse il padre di quella, intese che era un gentiluomo non molto ricco ma persona da bene e di buona fama. Tutto quel di e la seguente notte ad altro non pensava l’innamorato giovine che M. Handello, Novelle. 14