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198 PARTE SECONDA madama nostra la signora Gostanza Rangona e Fregosa mia padrona, monsignor Alano di Frigemont de la casa di Monpesat che spesso suol venir a visitar madama, narrò una piacevo! novella, la quale parendomi degna di memoria, fu da me subito scritta. Volendola poi metter al numero de l’altre mie, ho voluto che sotto il nome vostro sempre sia letta e veduta come segno de l’amor mio verso voi ed anco a fine che, come disse monsignor Alano — ché cosi ha nome il narratore — l'uomo si guardi d’entrar in questi rimbellì fuor di proposito. State sano. NOVELLA XXIX Carlo Savonaro fa una beffa a lo zio e fassi consegliero di Tolosa con i danari del zio. Seguitando adunque il proposito di che s’è parlato, vi dico che in Tolosa, città antichissima e molto piena di popolo, ancora non è guari fu un prete, dottore di ragion canonica, assai ricco di benefici, che si chiamava messer Antonio Savonaro; il quale era di tanta grandezza di corpo che in tutto quel paese non si trovava uomo cosi grande che egli da le spalle in su non soperchiasse, di modo che da tutti era per la grandezza sua conosciuto e guardato sempre per meraviglia. Egli fu fatto ufficiale de l’arcivescovo, onde, essendo molto ruvido e severo più che il devere non richiedeva, s’acquistò per tutta la contrada generalmente questo nome, che ciascuno lo nomava « il gran villano da le trenta coste ». Il che essendogli pervenuto a ¡’orecchie, meravigliosamente se ne turbò e di tanta còlerà s’accese che in maniera alcuna noi voleva sofferire. Pensò più e più fiate che modo devesse tener a levarsi questo nome, e quanto più si mostrava di questo corucciato, tanto più per Tolosa se ne canzonava e i fanciulli ed altri andavano per le strade cantando: « Il gran villano da le trenta coste»; di che il povero uomo ne fu per impazzire. E insomma dopo che assai ne smaniò, fece publicar una scommunica per tutta la diocesi tolosana, che fosse scommunicato e maledetto da Dio e dai santi qualunque ardisse più nominar monsignor l’ufficiale «il gran villano da le