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196 [’ARI E SECONDA in tutto e per tutto si governarebbe secondo ch’egli comandarebbe, e che gli voleva sempre esser servidore. Andò poi a casa, e tanto bene a la moglie disse di messer lo giudice che più non se ne poteva dire; e tra l'altre cose le diceva: — Moglie mia, io voglio che il signor giudice possa da ogni ora venir in casa nostra senza rispetto veruno, perché egli è un grand’uomo da bene e gli abbiamo tutti obligo grandissimo, ché se avesse voluto poteva farne del male pur assai. — La donna confermava il tutto, e mentre che ella vide il marito in buona disposizione, volle che Antonio, il notaio pisano, facesse la carta de la donazione, la quale il buon notaio fece con tutte quelle clausole che il giudice le seppe mettere. E cosi bene andò questo amore dei dui amanti che, per dui anni continovi che messer Buonaccorsio fu giudice, ogni volta che volevano si ritrovavano insieme. E tanto piacque questa pratica al giudice che egli, finiti i dui anni, ebbe modo d’esser vicario del podestà e dopo, essendo da tutti amato, fu anco podestà. E tanta era la buona openione che Fridiano di messer Buonaccorsio aveva, che non solamente non averia creduto a chi gliene avesse detto male, ma quando egli in un medesimo letto visto gli avesse giacersi ed insieme abbracciati, non averebbe dato fede agli occhi suoi.