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NOVELLA XXVIII ■95 ritrovato aver una moglie pisana, che se ella non era, non so come tu avessi fatto che non ti fosse stata mózza una mano e cavato un occhio. Ma le lettere che suo padre ha fatto scriver in questa città hanno di modo giovato che oggi tu sarai libero di prigione e ne potrai a posta tua andar a casa. Tu sarai astretto a pagar le medicine che ha preso Ferraguto ed il medico per guarire, che sarà una miseria, ed in pena del resto egli ti converrà far per un anno l’ufficio del capitaniato dei contrabandi senza ricever salario da la Camera. Egli è un buon ufficio e ne caverai util assai, oltra che tu potrai giovar molto spesso agli amici tuoi. Basta: per amor di messer Neri tuo suocero io mi ci sono affaticato pur assai. Il signor giudice era molto teco in còlerà, e a me pare che egli n’avesse ragione, cercando tu di levargli la vita senza che egli t’offendesse. Egli tanto si cura di tua moglie come di cosa che mai non vide, perciò che il suo amore, ed io lo so, è altrove collocato. Tu ringrazierai il giudice pur assai e gli resterai fin che vivi ubligatissimo, ché guai a te se egli ti avesse fatto il male che poteva! — Fridiano, udita questa cosi buona nuova, si pensava esser risuscitato da morte a vita, e senza fine ringraziò il notaio pisano. Dopo che si fu desinato, ne l’ora che il giudice soleva sedere a la banca, avendo prima fatti tutti quegli atti giuridici che si ricercano, messer lo giudice pronunziò la sua final sentenza ne la cosa di Fridiano Z***, e per più ubligarselo, non volle che egli pagasse un danaio di spese né de la prigionia, e di più anco, devendo egli pagare a Ferraguto quel poco che speso aveva, non volle che egli a Ferraguto pagasse cosa alcuna; di modo che il buon Fridiano uscito di carcere se n’andò a gittare ai piedi del giudice e quello infinitamente ringraziò, dicendo che voleva che fosse padrone di sé, de la roba sua e di quanto al mondo aveva. Il giudice gli rese quelle grazie che 'erano convenevoli; gli fece intendere che egli restasse ubligatissimo a suo suocero, che col favore del signor Pietro Gambacorta aveva procurato la sua liberazione. L’essortò poi a mettersi in ordine per far l’ufficio che egli aveva assegnato, e che lo facesse con ogni diligenza. Il buon Fridiano gli rispose che egli farebbe ogni cosa per farsi onore, e che