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5» PARTE SECONDA téma de la bestia selvaggia non voleva il cavallo andar innanzi, s'oppose coraggiosamente contra l’orso e quello con meraviglia infinita di tutta la corte, senza ricever mal nessuno, conquistò. Adelasia questa prodezza sentendo, pose gli occhi a dosso ad Ale- ramo e parendole il più gentile, cortese e valoroso barone che col padre suo fosse e quello che meglio di ciascun altro il tutto faceva, non se n’accorgendo, di lui mirabilmente s’ innamorò. Ella era fanciulletta ed Aleramo ancora non passava vent’anni. In quei di Ottone primo mori ed il padre di Adelasia fu eletto imperadore, né per questa grandezza del padre Adelasia punto dal suo amor si cangiò. Ella miseramente ardeva, e tanto più duro provava esser amore quanto meno poteva sfogarsi. Da l'altra parte Aleramo, che de l'amor de la fanciulla s’era avvisto, per si fatta maniera le fiamme amorose aveva anco egli in petto ricevute che ad altro giorno e notte non sapeva rivolger l'animo, avendo sempre dinanzi agli occhi la bellezza di quella che si fieramente l’abbrusciava. Mirabilissime sono e difficili ad investigare le forze de l’amore: era in corte d'Ottone secondo gran numero d’uomini giovini ed eccellenti, ma nessuno a la giovane piacque se non Aleramo; vedevansi tutto il di bellissime e vaghe donne, ma fra tanta turba Adelasia sola puoté il core d’Ale- ramo infiammare. S’amavano adunque i dui amanti segretissimamente, né fidarsi di persona ardivano: gli occhi solamente erano de le lor fiamme e dei celati pensieri fidissimi segretari e veloci messaggeri. E ancor che talvolta insieme favellassero, nessuno di loro ardi già mai le fiamme discoprire; tuttavia a l’uno e a l’altro pareva d'esser de l’amore ottimamente ricambiato, il che a tutti dui accrebbe fuoco a fuoco. Adelasia che era fanciulla di quindici anni, come più tenera e delicata, con ine- stimabil pena, affanno e noia sofferiva l'amorose fiamme, onde a niente altro pensando se non al suo caro amante, molte fiate, fra sé, quando sola si trovava, diceva: — Che cosa è questa che più de l'usato nel mio cor sento? da che viene che il solito mio viver più non mi piace? Il pigliar l’ago e lavorar di trapunto, che cotanto m'aggradiva, ora m'è a fastidio; il leggere, che cosi mi dilettava, più non mi diletta; Io star in compagnia con