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NOVELLA XXVI 151 avere, al suo intendiò darà. Né vi meravigliate di questo vocabolo genovese, perciò che secondo che voi dite: — La tal donna ha per « amante » il tale, — le donne nostre, che schiettamente parlano la lingua genovese senza mischiarvi vocaboli strani, sogliono dire: — 11 tale è il mio intendiò] — che anco usò messer Giovanni Boccaccio ne la novella di fra Rinaldo e di madonna Lisetta da ca’ Quirina, ben che alquanto il mutasse, quando la buona donna che poco sale aveva in zucca a la commare disse: — Commare, egli non si vuol dire, ma 1'« intendimento » mio è l’agnolo Gabriello.— Ma torniamo a l’infiammato Luchino, il quale miseramente si struggeva veggendo quanto la giovane, che Gianchinetta era chiamata, se gli mostrava ritrosa. Aveva egli un giorno un bellissimo mazzo di garoffoli fuor di stagione, perché ci sono assai che con arte gli conservano e quando non se ne trovano gli vendono agl’innamorati un ducato l'uno e più. Questo suo mazzo egli, essendo il tempo de la neve, appresentò con molte amorevoli parole a la giovane, la quale, tutta divenuta rossa, gli disse: — Messer Luchino, io son povera figliuola e a me non sta bene ad esser innamorata, — e si ritirò ne la sua casetta né volle il mazzo. Ella era di basso legnaggio e mal di roba in arnese. Ora qual fosse l’animo di Luchino, pensilo chi ama. Egli ebbe di doglia ad impazzire. Tentò vie assai per renderla pieghevole a' suoi piaceri, ma il tutto fu indarno; le mandò messi ed ambasciate, e il tutto indarno; le fece far offerta di maritarla con dote di mille ducati d'oro, e nulla gli giovò. Di modo che quanto più egli abbrusciava, ella più agghiacciava e a tutti i desiri de l’amante si mostrava più ritrosa. Passarono in queste pratiche circa dui anni, che mai il povero amante non ne puoté cavar frutto alcuno. Si maritò Gianchinetta in un povero compagno, il quale si guadagnava il vivere navigando or su galere ed or su altri legni; né per questo cessò il Vivaldo da la sua mal cominciata impresa, ma né più né meno fece come di prima fatto aveva. Fu poi astretto dai parenti a prender moglie ed ebbe una de le nobili giovani di Genova con dote a la ricchezza sua convenevole. Ed ancor che si fosse maritato e la moglie potesse tra l’altre belle stare, nondimeno egli non