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NOVELLA XXIV 129 di poco momento, trasse una punta al povero giovine ne la gola, e passatala da banda a banda, nel ritirar de la sanguinolente spada, vide che il cognato cadette morto. Erano stati i servidori anco tra loro a le mani, ma senza sparger punto di sangue. Ora al cader de l’infelice giovine fu dato fine a la crudel questione. Intesa poi il cavaliero dai servidori del cognato la cagione di questa sventura, se rimase di mala voglia, pensilo ciascuno, imperò che si vedeva in un punto medesimo tanto sfortunatamente c fuor d’ogni credenza aver perduta la moglie che a paro de le pupille degli occhi suoi cara aveva, perduto il figliuolo che unico e tanto desiderato gli era nasciuto, e perduto il cognato che come fratello amava, con dubio di restar di continovo in fiera e mortai nemicizia con i parenti di quello. Onde senza fine oppresso da un fierissimo cordoglio, fu quasi per impazzire. Stette buona pezza cosi travagliato e fuor di sé che non sapeva se era vero ciò che era seguito o se pure s’insognava, e tuttavia si sentiva come due tenaglie al core che duramente glielo stringevano e sterpavano. E invero chi l’avesse veduto in viso averebbe giudicato che il povero gentiluomo era di maniera tormentato e cosi fieramente da soverchio dolor vinto, che non sapeva né star ov’era né quindi partirsi e montar a cavallo. I servidori suoi erano altresi, per la morte udita de la padrona e per il morto giovine che si vedevano dinanzi, tutti storditi. Pure eglino fecero tanto che il cavaliero, montato a cavallo, se ne ritornò al castello, e fatto portar il corpo del cognato, quello fece acconciar appresso a la moglie ed al figliuolo. Chi potrà narrar la doglia del barone quando vide la moglie e il figliuolo morti dinanzi agli occhi suoi? Medesimamente chi dirá i singulti, le lagrime, i sospiri, i gemiti e lamenti di tutta la famiglia come videro il lor signore giunger con cosi funebre, spaventosa e orribil pompa? Alzarono tutti, a l’entrar del luogo che fece il cavaliero, le lagrimóse voci con un pietoso batter di mano, e ciascun di loro si sforzava d’accrescer con le parole e gesti doglia al suo dolore. Diceva la cameriera in quel punto parole, con un aggruppar le mani insieme, che averebbero fatto per forza pianger Democrito, che d’ogni cosa che vedeva era consueto M. Bandello, Novelle.