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128 PARTE SECONDA di còlerà inestimabile pieno, se gli avventò a dosso e cominciò a giuocar di buone stoccate. Era il cavaliero normando ben armato ed uomo molto forte, il quale veggendosi in quell’ora a quel modo dal cognato assalito, insieme col riparare le percosse, gli chiedeva amorevolmente la cagione di tanto furore. Ma il giovine, ebro d’ira e di doglia de la morte de la sirocchia e volontaroso di vendicarla, non intendeva cosa che il cognato dicesse, ma con ogni sforzo cercava d’ammazzarlo. Già aveva il barone comandato ai tre suoi servidori che s’erano fatti innanzi con l’arme d’asta, che per quanto avevano cara la grazia sua che non ferissero suo cognato né i compagni, ma gli facessero star indietro, perciò che egli voleva pur intender da lui la cagione di questo assalimento. Ma per cosa che dicesse, mai il cognato altra risposta non gli diede: solo attendeva a ferirlo a la meglio e a la più dritta che poteva. Il cavaliero, veggendo il fatto andar da dovero e molto periglioso, si diffendeva destramente, né sapeva né poteva imaginarsi che volesse dir questo. E tuttavia riparando le bòtte, teneva pur detto al cognato che si ritirasse a dietro e gli scoprisse la cagione di questa sua cosi subita, improvista e fiera nemicizia, perché avendolo in luogo d’amo- revol fratello, troppo gli rincresceva venir seco a questione, essendo desideroso di metter la vita per lui e pigliar nemicizia per amor suo contra ciascuno che lo volesse offendere. Ma il giovine, o sentisse le parole o no, attendeva a menar le mani più valorosamente che fosse possibile. Da l’altra parte chi sa che al cavaliero, veggendo si fatta novità, il diavolo non mettesse in animo che il fratello fosse stato quello che avesse violata ed incestata la sorella e, temendo che questa sceleratezza venisse a luce, fosse venuto ad ammazzarlo per dottanza che il barone non ammazzasse lui? Ma che che se ne fosse cagione, il cavaliero, perduta la pazienza, poi che vide il cognato non gli voler dar risposta alcuna ma con ogni sforzo offenderlo, e conoscendo che parola che dicesse nulla gli recava di profitto, vinto dal fiero sdegno che l’infiammava, non solamente attese a diffendersi, ma cominciò con fiero animo e con il ferire a gagliardamente offender il nemico. Ed avendo avuto già due ferite, ben che