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NOVELLA XXIV l’aggiunger legna a l'incendio pensa farlo minore, e non s'avvede che il vero rimedio di questo morbo è il fuggir la vista de la cosa amata. Ora il frate andava pur cercando d’acquetar il suo desio e tuttavia lo faceva più intenso, perché quanto più vedeva la donna tanto più desiderava di vederla, con speranza di poter un giorno ritrovarla di tal disposizione che quella sua durezza si spezzasse; ed egli, che altro in questo mondo non bramava, aveva speme con questo di conseguir il compimento d’ogni suo disio. Egli aveva letto istorie assai e forse per via di confessione conosciuto che molte donne di grandissimo stato, ancor che fossero onestissime, nondimeno a lungo andare s'erano lasciate vincere da varie sorti d’uomini, imperò che Amore non ha molto riguardo a grado né a sangue di personaggi, ma ben sovente accende un grande ed onorato gentiluomo de l'amor di qualche villanella, ed altresì infiammerà una nobilissima signora de le fiamme d’un povero e di vilissimo sangue nasciuto giovine, e se talora sarà nobile, sarà senza costumi e senza vertù. Cosi tra speme e disperazione il frate se ne viveva. Deliberò egli più volte di scioglier questo nodo e veggendo quasi impossibile il venir a capo del suo amore, levarsi da questa pratica come da cosa che un di gli potrebbe apportar qualche scorno. Ma come egli a la bellezza, a le belle maniere, agli atti e a l'altre doti de la sua tanto amata donna pensava, di modo l'amorose fiamme nel petto se gli raccendevano che altro far non sapeva né voleva se non pensar a lei, e giorno e notte imaginarsi qualche modo o via col cui mezzo egli potesse pervenir al desiato fine. Ché tale è questa passione d'amore, che sempre in sé assai più speranza che disperazione apporta, e di modo vela gli occhi degli appa- niati e chiusi in questo laberinto, che troppa fatica ci vuole a mettersi in libertà. II frate adunque dopo molti pensieri tra sé conchiuse trascorrer temporeggiando, con speranza che un’ora gli concederebbe quello che tutto un anno dar non gli potrebbe, o vero che con astuzia ed inganno diverrebbe possessore di ciò che per servitù e per amor ottener non poteva. Il barón normando ancor che vedesse il frate frequentar più de l’usato la stanza, non pensò altro di male, anzi aveva piacere che egli M. Bandullo, Novelle.