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8 PARTE SECONDA miseramente lacerare, ecl in ultimo, essendo Cali quasi morto, gli fece dal petto strappar il core e ne la via publica gettar il corpo; e non volle che fosse sepellito, ma tirato come una morta bestia fuor de la città e lasciato per esca a le fiere. Poi in un subito privato i figliuoli di Cali de l’eredità paterna e di quella insignoritosi, cacciò da la corte e da' suoi servigi tutti i parenti di Cali. Era in corte un giovine il quale aveva nome Maometto, molto dal tiranno amato si perché era con lui allevato ed altresì perché era giovine industrioso e pratico de la milizia turchesca. Fu figliuolo costui di padre e madre cristiani. Il padre era triballo, che oggi sono bulgari, e la madre costantinopolitana. Costui era sovra modo insolente e superbo. Fu adunque dal tiranno in luogo di Cali sustituto, e non solamente ebbe la cura degli esserciti occidentali che si fanno tutti de le genti d’Europa, ma aveva il carico di tutti gli affari di grandissima importanza, e dove era maggior periglio e più difficultà, sempre era intromesso. Egli, simile al tiranno, era simulatore e dissimulator eccellente, avveduto sovra modo, astuto, pronto di mano e provido di conseglio, ed in molte imprese aveva tal saggio dato di sé che appo tutti si trovava in estima- zion grandissima, di modo che '1 signore sommamente mostrava d’amarlo e l’aveva fatto ricchissimo. Ora parendogli poter del suo padron disporre come più gli piaceva, deliberò, se possibil era, di schiavo divenir libero, ché ancora che sin da fanciullo avesse rinegato la fede cristiana e fosse stato secondo il costume turchesco circonciso, nondimeno ancora non aveva conseguita la libertà. Fatta questa diliberazione, apparecchiò un desinar molto sontuoso ed a la foggia lor tanto abbondante di vivande dilicatissime e d’ogni sorte che dava la stagione, quanto avesse potuto far apparecchiar il medesimo signore. Fatto l’apparecchio, invitò l’imperadore, il quale accettò l’invito e v’andò a desinare. Dopo che si fu mangiato e bevuto assai più del devere, perché al bere il tiranno non servava legge maomettana, ma trangugiava ed incannava tanto vino che bene spesso s’inebriava, parendo al servo poter ottener dal signore l’intento suo, con accomodate parole gli espose il desiderio che aveva