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NOVELLA XI. 95 scaltrito colui e, come si costuma dire, levatosi ben per tempo, ¡1 quale la moglie volendo non schernisse. Se tu fossi più savio del gran Solomone, più santo di Davide, più forte de l’invincibil Sansone, non ti saperai guardar dagli inganni de le donne, quando te la voglion fare. Fa’ pure che si deliberino di fartela e tienla per fatta. Ladroni, traditori, simulatori e puttane di rado si lasciano accogliere, e prendeli quanto tu sai a l'improvviso, che di continovo non abbiano un carniera a cintola pieno di cosi apparenti scusazioni e di tante ipocrisie e simulate parole, che è forza a creder loro tutto quello che dicono. Pensate mò come farà il nostro Cocco, che non era perciò uno dei più avveduti e scaltriti uomini del mondo, anzi teneva alquanto del tondo, che lo copriva da capo a piedi. E se fosse stato milanese ave- rebbe avuto un livello perpetuo dentro la badia di San Simpliciano. Ora dopo molti e vari pensieri fatti e più volte replicati, pareva pure a madonna Domicilia che al tutto averebbe trovato qualche compenso e postovi conveniente rimedio, se ella quei danari dati al marito non avesse né dettogli quelle parole che dette gli aveva. A queste due cose ella non sapeva in che modo rimediare, si le parevano sconcie e guaste. Ella giudicava che fosse stato un errore irreparabile e parevale pur un taglio ne la veste che con grandissima difficultà si poteva conciare ed aggiunger pelo a pelo, di modo che sempre il taglio non si vedesse. A la fine le venne in mente una malizia con la quale portava ferma openione a ogni cosa dar assetto. Erano dui armari ne la saletta de la quale abbiamo fatto più volte menzione, dei quali Petrone aveva la chiave d’uno per tener le sue cosette serrate e de l’altro era la chiave ne le mani de la Nardella, ove anch’ella riponeva i suoi drappi ed altri bisogni suoi. Sovvenne a Domicilia di questi dui armari ed anco le venne in mente che ella in un suo forziero che ne la sala grande era, aveva quasi tutte le chiavi doppie di tutti gli usci, casse ed altri luoghi di casa. Onde avendo ritrovata la medicina salutifera ai casi suoi, né volendo più indugiare perché era l’ora molto vicina a l’aurora, chetamente da Iato al marito si levò ed in cucina andata, con il solferino accese il lume, e poi aperto il