Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/67

64 parte prima

furono cose assai dette de la incontinenza d’alcune donne in una compagnia di molti uomini. Era ne la detta brigata messer Carlo Attellano, che ottimamente conoscete quanto in ogni compagnia è festevole e sempre pieno di novelle. Egli al proposito di cui si ragionava narrò una novella che tutti gli ascoltanti empí d’estrema meraviglia e di stupore. E in vero il caso è mirabile e degno per la sua stranezza di memoria. Onde avendolo scritto precisamente si come l’Attellano il narrò, a voi lo mando e dono. E perché so che voi non potrete stare di non mostrarlo a la signora consorte, mi vorrei ritrovar in un cantone per veder ciò ch’ella fará e udir quanto dirá. State sano.

NOVELLA XXXVII

Una bella donna usa carnalmente con un leproso e al marito il manifesta,

che si contenta che con altri uomini si congiunga.

Che la bella Faustina, signori miei, s’innamorasse del gladiatore io non reputo gran cosa, perciò che poteva essere che quel gladiatore fosse bello e membruto giovine, che deveva far la mostra d’esser un buon copertoio da donna; e se non fosse che pur essa Faustina era figliuola di tanto da bene imperadore e moglie del da benissimo Marco che anco era imperadore, a me non parrebbe cosí gran fatto che le fosse venuta voglia di sottoporsi ad un ardito e bel compagno, essendo ella avvezza a varie sorti d’uomini sottoporsi senza rispetto veruno. Ma l’istoria che ora io intendo contarvi credo ben io che strana vi parrá e quasi non la potrete credere. Quando io stetti in corte del re cristianissimo ove molti mesi dimorai, intesi l’istoria che ora vi vo’ dire, ma di mente mi son usciti i nomi di coloro che intervengono in essa istoria. Fu adunque in Rovano, cittá de le prime di Normandia, un cittadino assai ricco, il quale ebbe per moglie una giovane dei principali de la cittá, che era riputata la piú bella ed aggraziata che in Rovano fosse. Amava il giovine la moglie fuor di modo, e perché bella e piacevole