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426 PARTE SECONDA ben innacquato, ed ora il milanese ora il lodigiano, secondo che l’agio v’era, a dosso si tirava. E dandosi costoro il miglior tempo del mondo con lei, avvenne che un prete de la contrada a cui ella piaceva, cominciò anco egli a domesticarsi seco e prender il possesso de la donna. Era il prete di pel rosso, giovine e nei servigi de le femine gagliardo, e molto a la donna piaceva; di modo che ad ogni ora ci era chi lavorava. E perché tutti erano del bresciano benvoglienti e conoscenti, praticavano domesticamente per casa, e tanto più che i dui servidori albergavano ne l'istesso palazzo ove albergava la donna. Andava spesso il bresciano a Milano per suoi affari, il che dava comodità agli adulteri di far i fatti loro. Un di montò a cavallo esso bresciano con un suo fratello, e l'ora era molto tarda. La moglie gli chiese ove andava, a la quale egli disse: — Moglie, a me conviene esser domatina a Milano; per questo cavalcaremo tutta notte. — Or sia con Dio — disse ella. — Venne voglia a la donna di giacersi quella notte col prete, perché era gagliardo lavoratore, e l’invitò a cena ed al Ietto, e per meglio cenare ella ordinò una buona torta. Aveva quella matina dato da desinare il bresciano a certi soldati suoi conoscenti che erano quindi passati, e per mostrarsi ben onorevole aveva messo su la tavola un gran tapeto dei signori di casa e fatto da desinare molto bene, onde era avanzata roba assai. Come fu sera ella diede a buon’ora cena al lavoratore e figliuoli, e sbrattatasi da tutti attese il prete che a l’ora debita venne, e per meglio porsi in appetito, si dispose correr con la donna due o tre miglia e scaricar lo stomaco innanzi cena. Ma a pena aveva egli corso un buon miglio che il milanese arrivò a la porta e forte picchiando disse chi era. Ella alora fatto entrar il prete ne la cantina del vino, lo fece appiattar dietro una botte, e andando ad aprir al milanese gli disse che fosse il ben venuto. — E voi la ben trovata, anima mia — rispose egli. — Serrato poi l'uscio cominciò suso una panca con lei il milanese a trastullarsi, ed avendo il corso suo compito, eccoti che il lodigiano diede di piedi ne l’uscio, che era venuto per parlar al marito de la donna. Il milanese che non voleva dal lodigiano esser visto, disse: — Oimè, come faremo? — Noi la faremo bene —