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NOVELLA XI 425 fuor del chiazzo, essendosi di quella innamorato, la quale per un marchette la volta dava da beccar a chi ne voleva. Ella era assai appariscente, con un viso molto lieto e proprio da donna allevata tra meretrici. Era ella fin da fanciulla avvezza molto liberale a compiacer del corpo suo a chiunque la ricercava, onde non volendo in quel luogo starsi con le mani a cintola, trovò in breve chi benissimo conobbe la voluntà sua e che cominciò a scoterle stranamente il pelliccione. E questo fu un dei servidori dei signori del luogo, il quale, si come avviene, dicendo ciò che faceva con lei ad uno dei padroni, giovine e volontaroso, gliene fece venir appetito. Il giovine non diede indugio al fatto, ma trovatola tutta sola dentro a l’orto che raccoglieva erbe per cena, se l’accostò e dopo averla salutata e dettole diece parole amorose, la richiese apertamente d’amore. La donna anzi cattiva femina che a tutti che la ricercavano diceva di si, non volse al padrone dir di no, ma tutta ridente se gli offerse sempre pronta a fargli piacere ogni volta che la comodità ci fosse. E cosi molto volentieri si recò, trovata l’oportunità, a trastullarsi con quello e più e più volte a quello si sottomise, e si riputava un gran favore che uno dei padroni seco si giacesse. Ella era ardita e baldanzosa molto, e poco temeva il marito, veggendolo che non era buono se non di dir parole spolverizzate e mostrar il grande e il ben agiato e dir male di qualunque persona gli veniva in bocca, e poi nel letto faceva più del dormiglione che de l’uomo, ed ella l’averebbe voluto vigilante e di duro nerbo. Avvenne che il padrone del luogo che seco si giaceva molto spesso, si parti e stette fuori alcuni mesi; il che piacque a certi compagni che servidori di casa erano, i quali per riverenza del padrone non ardivano trescar con la donna. Ma come egli fu partito, uno di loro chiamato «il lodigiano», giovine bruno e molto gagliardo, fece di modo che con la donna si domesticò ed amorosamente la godeva. Medesimamente un altro servidore milanese divenne anco egli in poco tempo di quella possessore e con lei di modo s’accordò che l’altro punto non se n’avvide. Ed ancor che di lei non so che si bucinasse, ella a cui piaceva troppo menar le calcole, punto non si turbò, pur che l’orto suo fosse