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NOVELLA IX 401 tutto dritto a la casetta che tu tieni dietro al nostro orto, e tra le tre e le quattro ore anderemo al cimitero, perciò che io vo’ veder la sfortunata mia moglie cosi morta come giace, ancora una volta. Poi di buon matino io ^conosciuto uscirò fuor di Verona e tu mi verrai un poco dietro, e ce ne tornaremo qui. — Né guari stette che rimandò Pietro indietro. Partito che fu Pietro, scrisse Romeo una lettera a suo padre e gli domandò perdono se senza sua licenza s'era maritato, narrandogli a pieno tutto il suo amore ed il successo del matrimonio. Pregavalo poi molto affettuosamente che a la sepoltura di Giulietta come di sua nora che era, volesse far celebrar un ufficio da morti solenne, e questo ordinasse de le sue entrate che fosse perpetuo. Aveva Romeo alcune possessioni che una sua zia morendo gli lasciò per testamento instituendolo suo erede. A Pietro anco provide di modo che senza star a mercede altrui poteva comodamente vivere. E di queste due cose ne fece al padre instanzia grandissima, affermando questa esser l’ultima sua volontà. E perché di pochi giorni avanti quella sua zia era morta, pregava il padre che i primi frutti che da le sue possessioni si cavassero lutti gli facesse dar a’ poveri per amor di Dio. Scritta la lettera e suggellata, se la pose in seno. Prese poi un’ampolletta piena d’acqua velenosissima e vestito da tedesco montò a cavallo, dando ad intender ai suoi che ne la casa restavano, che il giorno seguente a buon'ora tornarebbe, e non volle da persona esser accompagnato. Caminando adunque con diligenza, egli ne l’ora de l’avemaria entrò in Verona e se n’andò di lungo a trovar Pietro e trovollo in casa, che il tutto che gli era stato imposto aveva apprestato; onde cosi là circa le quattr’ore con quegli strumenti e ferramenti che giudicarono esser al bisogno se ne andarono verso la Cittadella e senza trovar impedimento veruno giunsero al cimitero de la chiesa di San Francesco. Quivi trovato l’avello ov’era Giulietta, quello con lor ordigni destramente apersero ed il coperchio con fermi puntelli puntellarono. Aveva Pietro per commissione di Romeo portato seco una picciola lanter- netta che altri chiamano «ceca», altri «sorda», la quale, scoperta, diede loro aita ad aprir l’arca e ben puntellarla. Entrò dentro M. Randello, Novelle. 26