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novella xxxiv 37

voluto farsi benevole il signor Gianfrancesco, teneva pur detto per casa che la sua moglie era l’innamorata d’esso signore; ma il giovinetto punto non se ne curava. Avvenne poi che la signora Clarice con la maggior parte de la sua famiglia andò a Milano, dove per alcuni suoi affari dimorò circa sei mesi. Chi volesse mò narrar le pazzie che Gandino fece per il camino, e i romori che per gelosia ebbe con questi e con quelli, e quante volte disse che a modo nessuno non voleva piú stare in quella casa, perciò che egli e sua moglie non erano onorati come era il devere e meritavano, sarebbe un cantar d’Orlando. Ma se una volta la signora gli avesse dato licenza di casa, egli sarebbe rimaso con un gran palmo di naso, ché altrove non averebbe trovata la torta cosi grassa come aveva in quella casa, ove era troppo riccamente salariato ed aveva ricevuta una dote di molto piú prezzo che a lui e a la moglie non si conveniva. E nondimeno avendo ricevuti tanti benefici, non si vergognava mormorare de la padrona, e massimamente con forestieri che non lo conoscevano. Del che 10 ne posso far ferma fede, avendolo io sentito lamentarsi e dir male de la signora e di tutti di casa. Sapete che si costuma quando si cavalca ove siano donzelle, che gli uomini volentieri s’accostano a le donne, e quanto piú son giovanette e belle piú di grado le corteggiano e volentieri scherzano con loro. Cosi veder si saria potuto, cavalcando la signora Clarice, che le damigelle sempre erano accompagnate, eccetto che la Zanina, con la quale di rado si vedeva persona se non il barbiero che mai non se le moveva da lato; e credesi che ella avesse dato ad intender al marito che nessuno le faceva servigio se non colui, di modo che il buon castrone non ci poneva mente, e tanto meno gli guardava che da principio fu openione che il barbiero avesse 11 core ad un’altra donzella che era assai bella fanciulletta. Ser Gandino ne faceva i maggior romori del mondo, e tutto il di riportava a la padrona che quella era morta dietro al barbiero e che erano troppo domestichi insieme, e piú volte anco con il garzonaccio ne gridò assai volte. Queste parole venivano tutte da la sua moglie la quale, perché amava il barbiero, temeva che la compagna che era di lei assai piú bella, piú giovane e piú gentile,