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NOVELLA IX 379

iltra fantasia in capo, attendete a far i fatti vostri e me lasciate nel grado mio vivere in pace. — Romeo che altro non

bramava, udendo queste parole, lietamente le rispose che questo era tutto il suo disio e che ogni volta che le piacesse la sposeria in quel modo che ella ordinasse. — Ora sta bene — soggiunse Giulietta. — Ma perché le cose nostre ordinatamente si facciano, io vorrei che il nostro sposalizio a la presenza del reverendo frate Lorenzo da Reggio mio padre spirituale si facesse. —■ A questo s’accordarono, e si conchiuse che Romeo con lui il seguente giorno del fatto parlasse, essendo egli molto di quello domestico. Era questo messer lo frate, de l’ordine dei minori, maestro in teologia, gran filosofo ed esperto in molte cose e distillator mirabile e pratico de l’arte magica. E perché voleva il buon frate mantenersi in buona openione del volgo ed anco goder di quei diletti che gli capevano ne la mente, si sforzava far i fatti suoi più cautamente che poteva, e per ogni caso che potesse occorrere, cercava sempre appoggiarsi ad alcuna persona nobile e di riputazione. Aveva tra gli altri amici che in Verona il favorivano, il padre di Romeo, ch’era gentiluomo di gran credito ed in buona stima appo tutti, il quale portava ferma openione esso frate esser santissimo. Romeo medesimamente molto l’amava ed era dal frate sommamente amato, conoscendolo giovine prudente ed animoso. Né solamente praticava in casa dei Montecchi, ma anco con i Capelletti teneva stretta domestichezza, ed in confessione udiva la più parte de la nobiltà de la città cosi d’uomini come di donne. Preso adunque Romeo congedo con l’ordine detto, da Giulietta si parti e andò a casa; e venuto il giorno, si trasferì a San Francesco e a messer lo frate narrò tutto il successo del suo amore e la conchiusione fatta con Giulietta. Fra Lorenzo udito questo, promise far tutto ciò che Romeo voleva, si perché a quello non poteva cosa veruna negare ed altresì ché con questo mezzo si persuadeva poter pacificare insieme i Capelletti e i Montecchi ed acquistarsi di più in più la grazia del signor Bartolomeo, che infinitamente desiderava che queste due casate facessero pace per levar tutti i tumulti de la sua città. Aspettavano i dui amanti l’occasione del