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374 PARTE SECONDA diede luogo a queste fiamme che mai più dapoi se non per morte si spensero. Entrato Romeo in questo vago laberinto, non avendo ardire di spiare chi la giovane si fosse, attendeva de la vaga di lei vista a pascer gli occhi, e di quella tutti gli atti minutamente considerando, beveva il dolce amoroso veleno, ogni parte ed ogni gesto di quella meravigliosamente lodando. Egli, come già dissi, era in un canto assiso, nel qual luogo quando si ballava tutti gli passavano per dinanzi. Giulietta — ché cosi aveva nome la garzona che cotanto a Romeo piaceva — era figliuola del padrone de la casa e de la festa. Non conoscendo anco ella Romeo, ma parendole pure il più bello e leggiadro giovine che trovar si potesse, meravigliosamente de la vista s’appagava, e dolcemente e furtivamente talora cosi sotto occhio mirandolo, sentiva non so che dolcezza al core che tutta di gioioso ed estremo piacere l’ingombrava. Desiderava molto forte la giovane che Romeo si mettesse in ballo a ciò che meglio veder si potesse e l’udisse parlare, parendole che altra tanta dolcezza devesse dal parlar di quello uscire quanta dagli occhi di lui le pareva, tuttavia che il mirava, senza fine gustare; ma egli tutto solo se ne sedeva né di ballar aver voglia dimostrava. Tutto il suo studio era in vagheggiar la bella giovanetta, e quella ad altro non metteva il pensiero che a mirar lui ; e di tal maniera si guardavano che riscontrandosi talora gli occhi loro ed insieme mescolandosi i focosi raggi de la vista de l’uno e de l’altra, di leggero s’avvidero che amorosamente si miravano, perciò che ogni volta che le viste si scontravano, tutti dui empivano l'aria d’amorosi sospiri, e pareva che per alora altro non desiderassero che di poter, insieme parlando, il lor nuovo fuoco scoprire. Ora stando eglino in questo vagheggiamento, venne il fine de la festa del ballare e si cominciò a far la danza o sia il ballo del «torchio» che altri dicono il ballo del «cappello». Facendosi questo giuoco, fu Romeo levato da una donna; il quale entrato in ballo fece il de ver suo, e dato il torchio ad una donna, andò presso a Giulietta, ché cosi richiedeva l'ordine, e quella prese per mano con piacer inestimabile di tutte due le parti. Restava Giulietta in mezzo a Romeo e a uno chiamato