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r NOVELLA VU1 36.5 che ella avesse qualche amante del cui amor godesse e che pertanto ella fosse si dura e rigida. Egli in questa openione fermato ed altro imaginar non potendo, cominciò con quanta mai seppe la maggiore sollecitudine a spiar tutte l’azioni de la donna per veder se poteva intender cosa alcuna, non lasciando perciò in questo mezzo la sua solita servitù. Ora la cosa andò di giorno in giorno cosi in lungo che egli vi s’affaticò più d’un anno prima che mai potesse venir in cognizione chi fosse l’amante che tanto fosse da madonna Apatelea amato, ché tal era di questa gentildonna il nome. Ma poi che assai ebbe cercato e tutto Milano sossopra rivolto, intese a la fine come uno dei primi di Milano era di lei fieramente acceso ed ella di lui e che insieme si godevano. E ben che la pratica fosse segretissima, egli nondimeno che spendeva largamente e sempre portava l’oro in mano, venne per forza di danari in cognizione del tutto. Di questa cosa non poco Crisoforo dolendosi e già geloso di quella divenuto che ancora non possedeva, menava una vita in grandissima amaritudine e tanto rincrescevole che a se stesso quasi veniva in fastidio. Volentieri da cotesta impresa si sarebbe egli ritratto, ma si malagevole il ritirarsi gli era che quanto più cercava la donna cacciarsi de la mente, ella più se ne impadroniva ed egli più fuocosamente l’amava. Combattuto adunque da amore e gelosia, da dolore e da mil- l'altri penaci martiri, cominciò con sagacissima industria, con nuovi modi, con sottilissime astuzie e con diverse maniere a spiar tutta la vita, tutte l’azioni ed il modo che Apatelea teneva a ritrovarsi col suo amante. E perché a l’oro ogni cosa ubidisce, corruppe per forza di danari un amico del suo rivale e fu certificato come la donna assai sovente andava per tempissimo ad una chiesa a la casa sua vicina, e questo faceva ella ogni volta che il marito cavalcava. Avuto questo indizio e inteso che ella entrava poi in una casa che non molto lunge da la chiesa era, ritrovò la casa tenersi a nome del gentiluomo suo rivale; il che più pensieri gli accrebbe, non sapendo a che modo governarsi. Ed ancora che la speranza di posseder la cosa amata si facesse di tempo in tempo minore, nondimeno il disio vie più