Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
346 PARTE SECONDA Conoscendo il padre, madre ed altri parenti che ella diceva il vero, la travestirono e ad un venerabil monastero di sante donne quella condussero, dove fu graziosamente accettata. Ora come a casa ritornò Alfonso, domandò subito che faceva la signora, al quale la schiava che le chiavi avute aveva, s’appresentò e disse: — Messere, la signora m’ ha detto che voleva andar in certo servigio e m’ha lasciate queste chiavi da presentarvi. Eccole qui. — Alfonso pigliate le chiavi, dubitando che ella avesse via portato alcuna cosa, poi che aperti i forzieri non trovò mancar cosa alcuna, anzi vide tutte le vesti ed ori e gioie di Ligurina, rimase forte sbigottito, e quasi indovino del caso seguito, cominciò a far un grandissimo romor per casa e minacciar questi e quelli. E moltiplicando le parole, volendo per ogni modo che il padron de la casa gli facesse trovar la sua signora, ed il padrone rispondendo che non sapeva dove andata fosse e che non era ubligato a guardargli la donna sua, Alfonso che era entrato in còlerà grandissima, gli rispose: — Voi m’avete fatto rubare-Jla signora mia, ed io giuro a Dio che mal grado vostro ve la farò trovare o ad una via o ad un’altra. — E presi alcuni dei suoi servidori, disse: — Io vado a condur gente in qua che vi farà conoscere che cosa è voler beffar un par mio de la casa di Toledo. — E stando sul contendere e gridando di molte parole, la voce andò per la contrada che in tal casa era infra gli spa- gnuoli e genovesi una gran mischia. Il che fu cagione che molti cosi gentiluomini come popolari cominciarono a ridursi verso la casa ove il romor era, chi per meglio intender la cagione de la mischia e chi per mettersi in aita dei suoi contra gli spa- gnuoli, essendosi già fatte alcune questioni per la città ne le quali i genovesi avevano molto maltrattati gli spagnuoli, essendo tra queste due nazioni antica nemicizia. Ora tra molti che al romore concorsero per aiutar quelli de la patria, vi si condusse Giovanni Lavagna, uomo nodrito su l’arme cosi ne le battaglie de la terra come in quelle de la marina, e de la sua persona era uomo assai prode ed animoso nei perigli. Come egli fu giunto a la casa, cominciò a salir le scale per andare in sala ove sentiva esser il romore. Avvenne che essendo già quasi salito,