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33* PARTE SECONDA NOVELLA V Fabio romano è da Emilia per gelosia ammazzato a ciò che un’altra per moglie non pigliasse, ed ella sovra di lui subito s’uccide. Poco dapoi che Giulio secondo sommo pontefice ebbe fuor di Bologna i signori Bentivogli cacciato, avvenne che un giovine in Roma, che aveva padre molto ricco ed era unigenito, s’innamorò d’una figliuola d’un altro cittadino romano che era di fazione contraria a la sua ed oltra questo aveva particolar ne- micizia con suo padre. Ma non avendo Fabio — ché cosi il giovine si chiamava — riguardo a la nemicizia che era tra i parenti loro, aperse in tutto il petto a queste fiamme ed attendeva tutto il di, quando poteva, a vagheggiar la fanciulla, che Emilia si diceva, la quale era una de le belle figliuole di Roma. Ella accortasi che Fabio le faceva la ruota, gli pose gli occhi a dosso e cominciò assai fervidamente ad amarlo. E perché di rado avviene che dove le parti s’accordano non segua effetto uniforme al voler loro, dopo alquanti mesi per mezzo de la nutrice che aveva Emilia fin da le fascie e da la culla nodrita e governata, i dui amanti si ritrovarono insieme ne la camera ove Emilia dormiva. Quivi s’abbracciarono più di mille volte ed imitando le colombe affettuosamente si basciarono. Ma volendo Fabio più innanzi andare e por le mani a le parti che la natura c'insegna celare, ella in questo modo gli disse: — Signor mio più da me che la luce degli occhi miei amato, io sono stata contenta che tu fin qui sia venuto, non perché una o due volte meco solamente ti ritrovi, ma a ciò che sempre possiamo insieme vivere. Non ho io cominciato, signor mio, ad amarti per un anno o dui, ma t’amo per esser, se tu vuoi, eternamente tua. Il perché se tu, come il debito vuole, sei di quest’animo, dammi la fede tua qui a la presenza de la mia nutrice, che mai altra moglie che me non prenderai, con ciò sia ch'io altro marito mai non intenda d'avere. Altrimenti più di quello che da me avuto hai non sperare e per la via che venuto sei torna indietro. — Fabio che de l’ardenti fiamme amorose era acceso ed altro non disiava se non goder tutta la