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NOVELLA III 321 volere trovandosi, come veniva loro in destro si davano il me- glior tempo del mondo. Il perché se la partita del marito fu a tutte due le parti carissima pensatelo voi, perciò che mentre Ambrogio era ne la città, potevano i dui amanti rade volte trovarsi insieme che non fossero in grandissimo periglio. Adunque non fu a pena il marito uscito fuor de la città che la donna subito del tutto al suo amante diede avviso. Egli che altro mai non desiderava che starsi con lei, a ciò che ella non rimanesse sola e da qualche notturna fantasma fosse spaventata, l'andò molto volentieri la seguente notte a parlare e giacersi con lei, facendole una lieta e grata compagnia; ed insieme si davano il più bel tempo che fosse possibile, non sapendo che cosa fosse il calendario con le vigilie e feste de lo scemonnito di messer Riccardo di Chinzica, di che la donna viveva assai contentissima. Insomma ogni notte per l’ordinario monsignore andava a confortar la sua amante e talora anco v'andava di giorno, e di maniera l’accompagnava che ella si teneva molto ben sodisfatta, e si bene incantavano la fantasma che venendo sempre quella ed entrando in casa a coda ritta, a coda bassa e mezza lagrimosa se n’usciva. Ora fra questo mezzo domandò Guglielmo ciò che fosse d’Ambrogio ed intese che era in villa, né più oltra ricercò. Ma perché sempre ci sono alcuni che si pigliano le gabelle degli impacci, furono di quelli che gli fecero intendere come Ambrogio ogni notte tornava di villa a giacersi con la moglie e d’un’ora avanti giorno se n’andava fuori, e che egli questo faceva per non pagargli alora i cavalli. Non parve questo difficile a credere al mercadante, perché sapeva molto bene che da tutte l'ore de la notte con duo quattrini per il ponticello de la porta Ticinese si può uscire de la città e medesimamente entrarvi. Costoro che la cosa dissero al tedesco avevano la notte, usando meno che discretamente il prelato l’andar e il partirsi da la donna, veduto quello più volte, e noi conoscendo s'imagi- narono che fosse il marito e che ciò facesse per non pagare a quel termine i cavalli. Di che forte Guglielmo turbato, il quale averebbe voluto i suoi danari, se n’andò a ritrovar Momboiero, luogotenente di monsignor di Sandiò alora capitano di giustizia M. Bandello, Novelle.