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NOVELLA III 3>9 soavemente pigliarne un poco e poi far pausa e masticar buona pezza un boccone. Con tutti questi suoi banchettamenti, non è uomo in Milano che ebro lo vedesse già mai. E ciò che mirabilissimo mi pare e ch’ogni credenza avanza, è il sentirlo rapportar un processo cosi civile come criminale e sentirlo disputar alcun punto di leggi. Ché, siami lecito cosi dire, pochi senatori in quel senato ci sono, e pur molti ce ne sono dottissimi, che meglio e con più memoria e più ordinatamente di lui alleghino o questionino alcuna cosa. Ma io nel vero non ho già cominciato a parlare per dir le lodi di monsignor de la Rocella, ma tratto da la novella del Montachino, cotanto me n’èparutodirvene. Ora volendo narrar la mia novella, voi devete sapere che due volte l’anno soglion ordinariamente i tedeschi l’Alpi a la Lombardia vicine abitanti menar cavalli presso a Milano da vendere in gran numero, e communemente ora si fermano a Dergheno, ora a Derganello e talvolta anco a la Cagnuola, luoghi molto propinqui a questa città di Milano. E per la lunga pratica che già hanno i mercadanti con i gentiluomini del paese, conoscendo oggimai quanto ciascuno vaglia, il più de le volte con uno scritto di man propria del compratore promettente fra certo tempo di sodisfare a T intero pagamento, danno i cavalli. Egli è altresi costume di molti che si ritrovano al bisogno di danari, prender spesse fiate cavalli a credenza, e subito che pigliati li hanno vendergli a contanti per assai minor prezzo di quello che a loro sono costati. Il che anco si costuma su la piazza del Broletto ne le robe mercantili tra mercadanti con opera degli scaltriti sensali. E questa foggia di vendere e comprare da loro si domanda« far stocchi », cagione che molti gentiluomini in modo vanno a poco a poco, e spesso anco in grosso, scemando e diffalcando il loro che non se ne avvedendo divengano poverissimi. Fu adunque un gentiluomo molto nobile, il cui nome per ora tacer mi par convenevole a ciò che di quanto sono per narrarvi biasimo non gli segua, il quale spendendo tuttavia senza ritegno largamente e non ritrovandosi per certi suoi bisogni quella quantità di moneta che voluto averebbe, se ne andò a trovar a Derganello uno di questi mercadanti tedeschi, e convenutosi con