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3*8 PARTE SECONDA a mano a mano verrà un mulo carco di buona vernaccia. — La donna che gli credette, fece apparecchiar ogni cosa; né guari stette che sovravenendo monsignor senatore, trovò la donna in faccende, e le domandò quello che ciò volesse dire. Ella gli rispose ciò che il Montachino l’aveva detto. Intese il senatore troppo bene il mordacissimo motto e se ne rise dicendo: — Io sono il mulo che venuto sono carco di vernaccia; — perciò che si sapeva lui esser bastardo, i quali si chiamano « muli ». Molto fu riso di questa novella, quando messer Bartolomeo Dardano, uomo nel verso latino di gran vena, narrò un'altra beffa avvenuta ad un molto onorato prelato gentiluomo milanese, la quale a tutti parve bella e molto fu commendata. E perché voi in quell’ora non eravate in casa e la signora Antonia Gonzaga vostra consorte mi pregò che io la volessi scrivere e farne copia, ecco che scritta come narrata fu ve la mando, si per sodisfar a la signora Antonia come anco perché sia testimone a tutto il mondo de la mia verso voi riverenza ed osservanza. State sano. NOVELLA III Guglielmo tedesco con un piacevol argomento cava danari di mano ad un prelato che era con la sua innamorata. Credo che la maggior parte di voi oggimai conosca monsignor de la Rocella o per vista o per fama, il quale io conosco molto domesticamente per aver egli una mia lite che faccio, ne le mani. Egli nel vero è mirabil a pensar la vita che il più del tempo tiene, che due e tre volte almeno la settimana trapassa tutto il giorno a tavola. Né perciò è gran mangiatore né bevitore eccessivo, perciò che io posso santamente giurare d'averlo in casa del signor Scipione Attellano ed anco altrove infinite volte veduto seder a mensa le sei e sette ore continove, e nondimeno senza parangone era vie più il tempo che consumava in ciancie e favoleggiamenti che non è il resto. Siate sicuri che quel vino che ogni costumato gentiluomo per l’ordinario beverà in un fiato, egli noi beverà in diece volte. Ma gli piace aver i bicchieri grandi e spesso spesso non incannar il vino o trangugiarlo, ma