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8 PARTE SECONDA di Lucifero. Era per questo non solamente il confidente de la sua villa ma di tutta la valle. Non era in quella terra pozzo veruno, ma v’erano due fontane, de le quali la più grande e megliore sorgeva in casa di don Faustino, lungo la chiesa a la quale la casa era attaccata. Quivi solevano tutto il di per la maggior parte venir le donne de la villa con loro secchie a pigliar de l'acqua. Ora avvenne un di che messer lo prete vide una fanciulla secondo donna di montagna assai appariscente ed avvenevole, la quale Orsolina aveva nome ed era figliuola di barba Tognino da Ossemo, contadino secondo l'uso di quelle contrade assai agiato e ricco. Piacque questa fanciulla mirabilmente al messere e volentieri, quando veniva per attinger acqua, la vagheggiava ed anco l'aiutava ad empir le secchie, cotali sue sciocchezze dicendole. Onde vagheggiandola spesso, cominciò a poco a poco fieramente ad innamorarsi di lei, di modo che mai bene o riposo non aveva se non quando la vedeva e che parlava con lei. Il perché amorosamente vagheggiandola, destandosi in lui la concupiscenzia carnale, venne in desiderio se possibil era di ritrovarsi in luogo segreto con lei, e giacendo seco farla parente di messer Domenedio, e una volta provare se il servir a Dio cacciando il diavolo ne l’inferno era cosi dolce cosa come molti affermano. Perché quando Orsolina veniva per acqua, se senza scandalo poteva, le faceva vezzi cercandole far credere ch’egli era tutto suo e che le voleva gran bene. Ma con ciò sia ch’ella fosse ancor garzona e non mostrava accorgersi del fatto, il domine non ardiva scoprirle apertamente questo suo amoraccio. Egli aspettava pure che la fanciulla riuscisse fuor d’alcun motto sovra il quale egli potesse fondar la sua intenzione e farla avveduta come per lei si struggeva. Ma o che ella fosse si scaltrita che fingesse non se n’accorgere in modo che si sia, o che pure in effetto la sua semplicità l'adombrasse gli occhi, ella sembianza nessuna faceva che di lui le calesse. Del che messer lo prete che averebbe voluto sonar la piva, se ne trovava molto mal contento, e tanto più si disperava quanto che in effetto era fieramente di lei innamorato, e come di cosa più da lui non provata, de la quale con persona non ardiva