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PARTE l'RIMA andarmene a bottega e lavorar tutta notte per espedir questo monsignor francese il quale mi paga molto bene e vorrebbe dimane partirsi, il perché io questa notte altrimenti non verrò a casa. — E cosi subito se ne tornò a bottega a far suoi lavori. La Margarita per non perder quella comodità, avendo udito più volte dire che tutte le lasciate son perdute e che tempo perduto mai non si racquista, deliberò quella notte farsi venir l’amante, onde perché egli passava tutto il di per la contrada, ella gli diede quella sera il consueto segno. L’amante lieto di cotal ventura, essendo passati molti giorni che con lei non s’era potuto trovare, accettò l’invito più che volentieri e a l’ora terminata si ritrovò con esso lei a giacersi. Lavorava il marito e s’affrettava con suoi ferri di ridur a perfezione l’opera che faceva, e tuttavia era dai fieri morsi e velenose punture de la traditola gelosia morso e trafitto. Più e più volte interruppe l’opera per andar a casa a veder la moglie ed altre tante ripigliò i ferri e lavorava. A la fine non potendo più contenersi, diposto ogni lavoro, poco dopo la mezza notte in fretta a casa ritornò, e picchiato a la porta e la fante per nome chiamata, gli fu da lei aperto, ché nulla degli amori de la Margarita sapeva. 1 dui amanti stracchi per le corse poste, avendo legato l’asino a buona caviglia, sicuramente dormivano. Il marito entrato in casa, ripose la spada che a lato aveva ne la stanza terrena, e di lungo salendo la scala montò di sopra e se n’andò a la camera ove gli amanti erano. Ardeva in un dei cantoni de la camera una lucerna. Accostatosi al letto il marito, vide la moglie che sola trovar credeva, assai meglio accompagnata che egli voluto non averebbe; e dolente fuor di misura, di sdegno, di gelosia e di mal talento pieno, si disperava di non aver disopra recata seco la spada, e tanto gonfio di còlerà che non vide l’arme de l’amante che al capo del letto era, se ne tornò indietro e scese la scala per pigliar l’arme ed uccider la moglie e il giovine senza veruna compassione. Nel discender giù borbottando e bestemmiando fece romore. Destatasi Margarita, conobbe la voce del marito, e saltando su svegliò il suo amante dicendo: — Oimè, oimè! su, su, signor mio, ché siamo morti, perché mio marito è venuto. — L’amante ciò