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NOVELLA LVII 279 mercadanti oranesi, uomini affabili ed umani, essendo a quelli per mezzo del Cattanio raccomandato dal re, mi disposi andar negoziando per l'altre provincie de l’Affrica. E passai per diversi paesi e vidi molte grandi cittadi assai popolose e civili, in molte de le quali ci sono collegi per scdlari ove sono i lor lettori di varie scienze che dal commune sono salariati. Ci sono ancora diversi spedali dove i poveri che vanno mendicando sono con una gran carità ricevuti e provisti del vivere, estimando essi acquistar grazia infinita appo Dio de le elemosine che fanno. 10 veramente assai fiate ho ritrovato più carità e cortesia in molti di loro che talora non ho fatto tra i nostri cristiani. Fui in una gran città edificata, per quanto mi dissero alcuni cittadini di quella, al tempo del re Mansor che anco era pontefice di Marocco. Essi mi mostrarono una lor cronica, perché son molto diligenti in scrivere e tener memoria di tutte le cose che a la giornata accadeno, ed usano i caratteri arabici dei quali io assai ho notizia, perché nel principio che fui in Affrica mi diedi agli studi di quella lingua. Narrano adunque le croniche loro che 11 re Mansor si dilettava molto de la caccia; onde essendo un giorno fuor per quelle contrade, levossi un oscuro e turbulen- tissimo temporale con una guazzosa pioggia e soffiamenti d'impetuosi e fierissimi venti, di tal maniera che cercando i corte- giani di salvarsi al coperto, il re Mansor si smarrì e perse la compagnia, ed errando in qua e in là né sapendo ove s’andasse, fu sovragiunto da una oscura e tempestosa notte, convenendogli in tutto alloggiare a la campagna. Del che molto si trovò di mala voglia, tanto più che non ardiva muover il cavallo, perché dubitava per l’oscurità de la notte non s’affogare in alcuna di quelle paludi che colà d’intorno stagnavano. 11 perché afermatosi ed aguzzando gli occhi e stendendo gli orecchi per spiare se vedeva o sentiva persona, vide assai vicino un lume che da una finestrella dava splendore; onde pensando, come era, che vi fosse alcuna abitazione, diede una gran voce chiamando chi colà dentro fosse. Abitava in quella povera casa un pescatore, il cui costume era già lungo tempo in quei paduli pescar anguille de le quali erano quell'acque abondevoli. Egli udita la voce