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PARTE PRIMA un'isola del mar Egeo, la quale a tutti sommamente piacque. Onde ora ve la mando, avendola al nome vostro scritta. Voi ne farete copia ai nostri communi parenti, al dotto messer Girolamo ed a messer Enrico Bandelli. State sano. NOVELLA LVI Strana e meravigliosa usanza che era anticamente in Idrusa ove a ciascuno era lecito senza punizione del magistrato levarsi la vita. Degli orti de l'isola Samo ed altre. S’io mi metterò a narrarvi le cose da me vedute nel tempo che io ho navigato per i mari di Levante, e voi averete assai che fare a prestarmi si lungamente l’orecchie ed io in cicalare non saperci cosi di leggero ridurmi al fine, perciò che nel vero ho veduto ed udito assai cose degne per molte lor qualità d’esser raccontate. Tuttavia poi che me lo comandate, io alcune ne dirò; ma prima io vo’ dirvi una molto strana consuetudine che al tempo dei romani s’osservava in una de l'isole del mar Egeo, e udite come. Idrusa che ai nostri giorni da’ naviganti è chiamata Cea o Zea, è isola de le Cicladi già di belle e popolose città copiosa, come le rovine a chi navica dimostrano. Era anticamente in essa isola uno statuto assai strano che per molti secoli intieramente fu osservato, il quale per quello che se ne legge era tale. Qualunque persona in detta isola abitante, fosse di che sesso e condizione si volesse, a cui per vecchiezza, infermità od altro accidente rincrescesse più vivere, poteva eleggersi quella sorte di morire che più le piaceva, mentre perciò ad un magistrato a questo dal popolo eletto manifestasse la cagione che a non voler più restar in vita l'induceva. E questo ordinarono a ciò che apparisse che le persone volontariamente la morte si davano. 11 perché tutto il di uomini e donne assai molto arditamente e con lieto viso andavano a la morte, come un altro sarebbe ito a nozze. Ora avvenne che il magno Pompeo navigando per l'Egeo capitò a Idrusa. Quivi di nave uscito, intese dai paesani l’usanza che ne l'isola si manteneva e come quell'¡stesso giorno deveva una venerabil madrona che sempre