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NOVELLA LUI 25' donna sodisfece che ella deliberò non si procacciar più d altro amante, ma attenersi al valente Antonello col quale conosceva che in Pavia quando egli ci veniva ed a Seivano quando ella v’andava, senza sospetto né scandalo di nessuno poteva trastullarsi. Onde essendo tornati in sala, ella lungamente con lui parlò e molto restò contenta, perché oltra averlo provato valoroso cavaliero, le parve anco che fosse uomo d’ingegno. Mentre che insieme divisavano dando ordine ai casi loro come si avessero a governare per l’avvenire, venne messer da palazzo e montò di sopra. Il figliolino come vide venir il padre, gli andò correndo incontro e cominciò, come fanno i piccioli garzonetti, a fargli festa. E volendo il dottore andar verso la camera, come fu vicino al segno che Antonello col coltello fatto aveva, disse il garzone cosi mezzo mozzamente come fanno i piccioli: — Messer padre, non passate questa riga, perché il massaro vi farà come ha fatto a madonna madre. — La donna a queste parole ed Antonello sbigottirono fortemente; ma fu loro in questo la fortuna favorevole, ché il dottore non ebbe fantasia a le parole del figliuolo, ma chiamò Antonello e seco si mise a ragionare di quanto il fattore per il comandamento del referendario scritto aveva. Da l’altra banda madonna Cornelia che una estrema paura aveva avuta, preso il garzonetto per mano e menatolo in una camera assai lontana da la sala, gli diede molte sferzate e lo garrì molto forte, minacciandolo di peggio se mai più simil parole diceva. Ora seppero poi la donna e l’aventuroso Antonello si ben ordir la lor tela che lungamente del lor amore insiememente goderono e si diedero il meglior tempo del mondo, e madonna Cornelia più volte ingravidò e fece figliuoli, credendo il dottore esserne il padre, di che molto se ne allegrava. Si guardava perciò la madre del figliuolo che non le vedesse far nulla, il quale per téma de la sferza e de le minacce de la madre ciò che detto aveva non ridisse più già mai. Se non che tenute esse parole in mente, quando poi fu uomo fatto raccontò il tutto, essendo venuto a lite con gli altri fratelli poi che il padre e la madre morirono. IL BANDELLO al molto magnifico messer ANTONIO CAVRIUOLO Si trovano talor alcuni uomini cosi pazzeroni e di rintuzzato ingegno che tutto quello che dicono o fanno, riputano esser ben fatto, e se Solomone venisse in terra a volergli emendare, subito salterebbero sul cavallo sboccato de la presunzione ed a modo veruno non vorrebbero sofferire che cosa fosse detta in pregiudicio di ciò che fanno. Altri cosi scemonniti si ritrovano ed hanno la vita di maniera a questo avvezza che ogni minimo diffettuccio che il compagno faccia, giudicano esser errore inespiabile, ed i loro enormissimi falli non vogliono vedere, ma se gli gettano dopo le spalle, e riputando gli altri tristi, se stessi stimano buoni e non s'avveggiono che tutto il mondo ha ope- nione contraria al lor falso pensiero. Ci sono poi in questa vita, che come si dice è una gabbia di pazzi, di quelli talmente condizionati che il proprio diffetto del quale sono macchiati gettano in occhio a chi non 1’ ha e con vituperose parole villaneggiano altrui di quello che a’ lor propri conviene. E con queste tacc