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234 PARTE PRIMA di voi sono ricordevole, v’appresento una mia novella, e non con quella adorno l’ornatissimo vostro nome, ma con la gloria del vostro nome immortale abbellisco ed inghirlando il mio picciolo e povero dono, che essendo con il vostro glorioso nome veduto, sarà sempre stimato esser qualche cosa, ché senza quello sarebbe nulla. Eccovi adunque essa novella che questi di a la presenza di madama illustrissima di Mantova narrò Cristoforo Orefice da Milano, il quale non è molto che di Levante venne ed ancor con le navi portughesi è ritornato in quel nuovo e meraviglioso mondo. State sano. NOVELLA LII Bellissima vendetta che fece un schiavo de la morte del suo soldano contra un malvagio figliuolo di quello. Scrive nel suo Itinerario Lodovico Vartomanno romano, ed 10 anco navicando per quelle contrade intesi dire, come in Etiopia è una città nomata Ormo, la quale è un’isola lungi da terraferma circa dodeci miglia, ove è una bellissima pescagione di perle preziosissime. Di questa città era soldano al tempo che Lodovico per quel paese passò, uno che era de la setta maomettana, il quale aveva undici figliuoli maschi. Dei quali il minor d’età era riputato mezzo matto; ma il maggior di tutti era di sottilissimo ingegno, astuto e sopra modo malizioso, molto più inchinato al male che al bene. Aveva altresi questo soldano dui schiavi comprati, i quali erano del reame del prete Gianni che'è prencipe cosi famoso e ricco. Questi per aver sempre fedelmente servito 11 soldano e verso lui dimostrato una fedele ed amorevol servitù, erano da lui fatti ricchissimi ed amati quasi a paro dei figliuoli, ed appo il popolo per la buona natura loro in grandissimo credito si trovavano, cercando compiacer a tutti e non dar nocumento a persona. Era il soldano vecchio, ma d’una vecchiezza robusta e molto vivace, e pareva che ancora devesse viver un’età. Il che considerando il suo figliuol maggiore che era ambizioso e appetiva di farsi signore, non potendo aspettar il naturai corso de la morte del padre, con l’aiuta d’alcuni suoi