Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
IL BANDELLO
a l’illustre e valorosa signora
la signora
lodovica sanseverina e landriana
contessa e signora di Pandino
salute
Questo luglio ultimamente passato, essendo da la legazione sua del reame di Portogallo ritornato in Italia monsignor vescovo Chieregato, che a quel re da Leone decimo sommo pontefice fu per ambasciator mandato, passò per la terra vostra di Pandino per visitare il magnanimo signor Alessandro Bentivoglio e la di lui incomparabile consorte, la vertuosissima eroina la signora Ippolita Sforza, che da voi erano stati invitati a diportarsi in quei vostri bellissimi e ameni luoghi che lungo l’Adda avete, ove copiose peschere ci sono, e in quelli ombrosi boschi fiere d’ogni maniera, per prendersi con la caccia piacer grandissimo. Come voi sapeste la venuta del vescovo, che quella matina era partito da Lodi, cosí cortesemente l’andaste a raccogliere. Egli fatta che ebbe riverenza ai detti signori, voleva partirsi e andar di lungo a Crema; ma voi noi sofferiste a modo veruno. Come poi fu udita la messa, che alora era in ordine per dirsi, voleste che si riducesse in una de le camere, e levatisi i panni da cavalcare che facesse pensiero per quel giorno non partirsi. Desinato che si fu, s’entrò a ragionar del suo viaggio. Onde egli cominciò a narrare le navigazioni ch’ogni anno quel re fa fare a le isole che sono in quel paese nuovo, ove tutto il di il suo imperio va felicemente accrescendo. Egli mostrò ramenti d’oro, perle, pietre preziose ed altre belle cose da quei paesi recate. Mostrò anco alcuni idoli maestrevolmente lavorati di mosaico, che quei popoli adoravano, che ornai per la piú parte son fatti cristiani. E cosí narrando di molte cose che aveva inteso, venne a dire