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210 PARTE PRIMA il modo d’operar di maniera che mai non saremo tenuti né detti ingrati. Tu sai che a questi di passati devendomi esser come a ribello de lo stato tagliata la testa ancora che io nel vero fossi innocente, dopo che io fossi morto, ben che a te fosse rimasa la povera possessione che abbiamo, che nondimeno tu restavi in pericolo evidentissimo di perder quella poca roba ed insieme l’onore e la fama, veggendo il poco conto che tutti i nostri parenti in cosi importante caso di te e di me hanno tenuto, ché sai chiaramente nessuno di loro averci voluto aiutar di danari né, che è peggio, di parole. Onde fermamente conchiudo esserci avvenuto tutto il contrario di quello che noi speravamo e temevamo. Speravamo che gli amici e parenti ci aiutassero se non di danari almeno di parole, prestandoci quel favore che loro fosse stato possibile; ma nessuno s'è mosso. Eravamo in grandissimo spavento che gli avversari e nemici nostri ci cacciassero contra e con ogni sollecitudine e cura procurassero la rovina e morte mia. Ma, Dio buono, dove il danno si temeva, dove la rovina s’aspettava, è nata la salute, processo il favore e venuto il soccorso ed aita. Anseimo Salimbene, sorella mia cara, che noi credevamo esserci contrario e nemico, s’è la sua mercé scoperto propizio ed amicissimo. Egli senza esser richiesto, senza domandar sicurezza e senza mai aver da noi ricevuto né piacer né beneficio alcuno, è stato quello che per cortesia sua ha pagato a la Signoria mille fiorini, anzi mille ducati d’oro, ed ha ottenuta la mia liberazione. Che un amico per un suo amico, un parente per l’altro, o chi si sia con sicurezza o pegno in mano paghi per altrui danari, ancora che in vero sia servigio di piacere e d’utile, non è perciò cosa che tutto il di tra gli uomini non si costumi. Ma che un nemico volontariamente paghi buona somma di moneta per te, né motto te ne faccia o ricerchi esser de la restituzione cauto, questa è ben cosa insolita, mirabile, lodevole e cortesissima liberalità, che di rado, anzi forse che non mai fu usata e che a pieno come merita non si può con chiarissime lodi levar al cielo. Ora, dolce ed amata mia sorella, avendo io la perduta libertà e la vita insieme, e tu il tuo caro fratello che già come morto piangevi,