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NOVELLA XLVI 177 spaventevole. Rivolta alora madama Margarita tal risposta diede loro: — Voi, salva la grazia vostra, fate gran villania a biasimarci di ciò che se savi tenuti esser volete, ci devreste lodare. Ma séte poco saggi e non vedete sq non queste apparenze esteriori, perché noi non abbiamo basciata quella bocca che vi par laida, ma abbiamo col bascio riverita ed onorata la bellissima bocca del beato ingegno di questo divino poeta e facondissimo dicitore, da la quale tutto '1 di escono rubini e perle e tante gemme preziose de la eloquenza de la nostra lingua gallicana, assicurandovi che noi amaremo molto meglio che egli con i suoi dotti e ben limati versi e ne le sue eloquenti prose meschiasse il nostro nome e ci celebrasse che guadagnar una duchea, con ciò sia cosa che noi portiamo ferma credenza che le sue purgate scritture ne leveriano fuor de la oblivione appo quelli che dopo noi verranno, quando morte avesse questo corpo in trita polvere ridutto. E in vero gli scrittori sono quelli che perpetuano la memoria di tutti quelli che negli scritti loro a la memoria hanno consacrati; ché infiniti sono che oggidì sono nominati e vivono ne la memoria nostra perché i poeti e gli istorici hanno di loro fatta menzione, i quali forse sepolti ne le tenebre de la oblivione sarebbero se la penna degli scrittori stata non fosse. Parendoci dunque convenevole che avendoci talvolta la sua mercé maestro Alano ne le sue rime e prose nominata, e tutto il di le donne de la corte nostra celebrando, che se li devesse fare alcun onore; sapendo che dei beni de la fortuna è da monsignore lo re nostro suocero e signore e da monsignor nostro consorte largamente rimunerato, abbiamo voluto de la maniera che usata abbiamo onorarlo, sapendosi che ancora che sia la costuma di questo reame il ba- sciarsi cosi domesticamente tra gli uomini e le donne, che nondimeno le nostre pari non si sogliano lasciar basciare se non dai reali o da qualche gran prencipe straniero. Questo adunque segno a noi è paruto assai conveniente testimonio de la vertù e de l'eloquenza di cotanto uomo, la cui vertù meritarebbe esser stata a quegli antichi tempi quando ai dottrinati si rendeva il debito premio ed onore. Del che tutte l’istorie piene M. Bandello, Novelle. 12