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NOVELLA XLVI 173 dati, perciò che la cosa è tanto chiara che non bisogna con nuovo ricordo quella reiterare. E chi è colui che legga i buoni autori che cotesto non sappia? Tutti i volumi de l’istorie latine e straniere ne sono pieni ; ma perché siamo ridutti a quei tempi ove la vertù è lodata e va mendicando, non deve perciò la nostra gioventù perdersi d’animo e lasciati gli studi de le lettere totalmente mettersi a l'ozio, al giuoco, a la caccia o a Tarme. E per ora voglio solamente parlare de la milizia, parendo ad alcuni che nel mondo sono nati non ad altro fine che a far numero ed ombra, che le lettere non convengano con la milizia. Io non vi vo’ già negare che l’uomo talora non possa riuscir buon soldato e far dei fatti pur assai degni d’eterna memoria nel mestieri de Tarme, ancor che sia senza lettere; ma bene santamente giurando affermerei esser molto più facile ad un bello ingegno, ad un elevato spirito che di buone lettere sia dottrinato divenir uomo eccellente ne l’arte militare, che non ad uno che senza lettere si metta a far questo mestiero. Ed è anco assai manifesto che uno di deboli forze da la natura armato, con gli avvedimenti, con gli avantaggi, con quei modi che gli scrittori insegnano, avanzerà un Anteo e un Ercole. S’è anco ne Tistorie letto e ai nostri giorni veduto un prudente e disciplinato capitano con poco numero di gente aver rotto e messo in fuga numerosissimo e molto forte essercito, perciò che, come si suol dire, l’ingegno di gran lunga avanza le forze. E se noi vorremo raccontar gli illustri e famosi capitani cosi del nome italico come del peregrino e fuor d’Italia, trovaremo leggendo Tistorie latine e greche che i più famosi e quei di maggior pregio sono stati tutti di buone lettere ornati, il che per esser troppo chiaro non ha di bisogno di prova. Onde io crederei non discostarmi dal vero ogni volta che io dicessi esser tra il soldato dotto e l’ignorante quella diseguaglianza che si dice esser tra l’uomo vivo e l’uomo dipinto o sculto. Arrogi a questo che se non fossero le lettere, noi non saperemmo chi fossero stati i nostri maggiori e de le cose passate non ci saria nel mondo contezza alcuna. E nel vero, oltra gli infiniti piaceri ed utili che i buoni soldati tranno de le lettere, egli è pur grandissima sodisfazion d'animo quando