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14 | parte prima |
da ragionare, che narrasse come il caso era avvenuto, lo fece molto volentieri. Onde io che a la sua narrazione presente mi trovai, quanto seppi il meglio il fortunevol caso e degno di pietá scrissi. Né mi parendo che voi debbiate esser privata d’intenderlo, sapendo quanto d’intender cose nuove vi dilettiate, ora ve lo mando e dono, tenendo per fermo che non vi sará discaro, avendo voi sempre dimostrato di legger piú che volentieri le cose mie cosí in rima come in prosa. Da la signora Margherita Pia e Sanseverina vostra sorella non passano ancora due settimane che io ebbi lettere, la quale stava molto bene. State sana.
NOVELLA XXXIII
Dui amanti si trovano la notte insieme, e il giovine di gioia si muore
e la fanciulla di dolor s’accora.
Io non credeva giá oggi, né con questa intenzione son venuto qui, signore mie graziose e voi cortesi gentiluomini, pensando di divenir novellatore, non avendo ancora, che mi sovenga, fatto questo ufficio. Ma poi che voi me lo comandate, io voglio piú tosto esser creduto cattivo dicitore che mostrarmi ritroso ai comandamenti vostri. Devete adunque sapere come non è molto ch’in Cesena fu un cittadino, che aveva d’una sua moglie, che giá era morta, un figliuolo chiamato Livio ed una figliuola che aveva nome Cornelia, senza piú, ed erano di etá l’uno di venti anni e l’altra di dicesette. Eravi un altro cittadino non molto lontano d’abitazione da questi, che si truovava una figliuola detta Camilla, molto bella e gentilesca, la quale aveva contratta una si grande amicizia con Cornelia che non sapeva star un’ora senza lei, di maniera che tutto il di era seco; e da l’altra parte Cornelia si pagava tanto de la compagnia di Camilla che le pareva quando era seco d’esser in un mar di gioia. E perché un fratello che aveva Camilla, chiamato Claudio, non stava quasi mai ne la cittá, ella il piú de le volte si riduceva con la sua Cornelia. Avvenne che continovandosi questa pratica e veggendo Livio la beltá e i bei costumi di Camilla, egli di lei fieramente s’innamorò; e tanto innanzi si lasciò trasportare e tanto negli amorosi