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«56 PARTE PRIMA non s’accorgendo che quanto più mirano le bellezze amate più cresce il disio di mirarle e col disio la pena. Non lasciava adunque mai messer Filippo occasione alcuna che pigliar potesse per contemplar madama la reina, o fosse in chiesa od in corte o che s’andasse diportando per la terra. Ora avvenne che essendo la cosa in questo termine, mentre che le reine volentieri averebbero spiato altrui de l’amore di messer Filippo, che la fortuna se le parò dinanzi de la maniera che udirete. Egli era la stagione che i fiori e le rose cominciavano a prestar odorato ornamento a le piagge ed ai giardini. E perché nel principio che si veggiono fiorire sono in più prezzo che quando ve n’è più copia, quasi in ogni luogo e massimamente ne le corti si costuma i primi fiori o prime rose che si cogliono presentare a le madame e ai maggiori de le case. Aveva adunque in quei di la reina Anna certi fiori in mano, ed era insieme con la reina Maria e altre dame e damigelle a diporto in un lor bellissimo giardino, in quell’ora che il sole volando verso occidente quasi comincia a nascondersi dietro ai monti occidentali. Quivi tra gli altri de la corte era anco messer Filippo. La reina Anna come veduto l’ebbe, deliberò far una prova per veder se si poteva chiarire di qual donna egli fosse innamorato. E cosi per il giardino leggiadramente diportandosi e ora con questi e ora con quelli, come è la costuma di simili madame, con belli e piacevoli motti scherzando, s’incontrò in messer Filippo, il quale ancora che ragionasse con alcuni gentiluomini de la nazione italiana, nondimeno aveva l’animo e gli occhi a la reina rivolti. Ché ogni volta che la vedeva, gli occhi nel viso di lei di maniera fisi teneva che chi v’avesse avuto riguardo si sarebbe di leggero avveduto che il volto di madama la reina era il vero albergo di tutti i pensieri di messer Filippo. Egli come vide quella a lui avvicinarsi, cosi con gentil e convenevole riverenza le fece onore e con gli occhi in lei piegati pareva che pietosamente le dimandasse mercede. E certamente chiunque di nascosto e con perfetto cor ama, più con gli occhi innanzi a la sua donna che con lingua parla. Giunta che fu la reina appo lui, con grave e onesta leggiadria