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novella xxxi | 11 |
di fra Francesco, e caddegli in animo che questa fosse sua farina, e che ad altro fine fatta non l’avesse se non per esser da lui chiamato a conseglio de la lastra e cacciar i giudei, del regno. Il perché voltatosi al prete col viso mezzo turbato gli disse: — Prete, prete, io a mano a mano ti farò conoscere che cosa è beffare il tuo re. Questa cosa è fatta a mano, e so chi è colui che te l’ha fatta portar qua. Ma se tu liberamente mi dici il vero, io t’imprometto non ti far mal nessuno. — Messer lo prete che sapeva che con il re non bisognava scherzare, s’accorse ch’era stato un gran pazzerone a creder al frate, e giá li pareva esser dal manigoldo strangolato. Il perché gettatosi ai piedi del re e umilmente chiedendogli mercé, gli narrò come il fatto stava e tutto quello che il frate seco aveva divisato e i danari ricevuti, con le promesse grandissime che fatte gli aveva con dirgli che sperava in breve esser vescovo e che gli averebbe fatto del bene, se portava questa lastra a Napoli.
Il re alora disse al prete: — Domine, io ti perdono il tutto; goderai in santa pace i danari che il frate ti ha donato e vederai averne degli altri, se puoi. Ma avvertisci a quanto io ti dirò, e per quello che t’è cara la vita servalo. Tu te ne ritornerai a Taranto e dirai al frate che tu m’hai recata la lastra e dettomi il tutto puntalmente come egli ti aveva imposto, che io pazientemente t’ho ascoltato e risposto che io non credo a queste sue visioni. Ma guardati: non dirgli che m’abbia scoperta la cosa. — Parve al prete d’esser stato resuscitato da morte a vita, e promise al re intieramente di far tutto quello che egli gli comandava. E cosí si parti e tornò a Taranto, dicendo al frate tutto ciò che il re gli aveva ordinato. Quando messer lo frate intese questo e vide dopo alcuni di che il re non lo chiamava a interpretar le parole de la lastra, egli entrò in tanta smania che ne fu per impazzire, e non poteva per niente sopportare che il re facesse cosí poco conto di lui e che le sue malizie non avessero avuto luogo. Onde in ogni sermone diceva del re il maggior male del mondo. Nuove visioni poi e simulate revelazioni predicando e de la miracolosamente rivelata lastra parlando, tanto fece che la fama ne pervenne al papa, il quale fece