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novella vi 95

e vedrá ne le sale e camere a diversi propositi sotto varie pitture epigramme assai de le sue, che dimostrano la vivacitá del suo ingegno. In lui però l’eccellenza de le lettere ed il pregio de le muse di gran lunga avanzavano molti enormi vizi che aveva. Ma fra gli altri diffetti che in lui abbondavano, questo fra gli altri era uno dei solenni, che sempre la carne del capretto gli piaceva molto piú che altro cibo che se gli potesse dare, di maniera che questo era il sommo suo diletto d’andar in zoccoli per l’asciutto. Tuttavia, per diminuir l’openione che in corte generalmente di lui si teneva piú che per voglia ch’egli n’avesse, e anco stimolato dal duca Francesco, che bramava pure ch’egli s’avvezzasse a mangiar altre carni che di capretto, prese per moglie una vedova di venti otto anni che ’l duca gli fe’ dare, che aveva una buona ereditá. La moglie, ch’era donna molto costumata, s’accorse in breve che il marito mal volentieri andava in nave per il piovoso; pur, essendo buona femina e sperando che col tempo il marito devesse mutar vezzo, se ne passava a la meglio che poteva, pregando tutto il dí Iddio che degnasse illuminar la mente del marito e levarlo da cosí abominevol peccato. Ed ecco che il Porcellio infermò gravissimamente, di modo che i medici avevano poca speranza de la vita del povero vecchio, avendo perduto il sonno ed il mangiare. Egli era piú vicino ai settanta anni che altrimenti e si trovava molto debole. Veggendo questo, la moglie si sforzò con mille buone ragioni d’indurlo che si confessasse. Egli l’ascoltava, ma diceva poi che non voleva farlo. Onde ella conoscendo che indarno s’affaticava, mandò al duca Francesco umilmente pregandolo che per amor di Dio degnasse mandar una persona d’autoritá, che al Porcellio persuadesse, essendo cosí gravemente infermo come era, che volesse aver qualche cura de l’anima, a ciò che egli come un cane non morisse senza i santi sagramenti de la Chiesa. Il duca, udita la santissima supplicazione de la buona femina e pietosa moglie, mandò al convento de le Grazie dei Frati osservanti di san Domenico, che alora di nuovo era edificato, e si fece chiamar il padre fra Giacomo da Sesto, uomo vecchio e di santissima vita, e quello informò