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novella v | 91 |
duro a creder tanta follia di Niceno. Bindoccia, che il suo disegno vedeva colorito ed incarnato, disse: — Poi che a tutti voi cosí piace, io ne resto contenta. — E cosí essendo tutti accordati, il rimanente de la notte restarono di brigata in quella casa a dormire. Venuto il giorno, fece Angravalle chiamar un notaio e fece far l’accrescimento de la dote, con scrittura autentica, dei sei mila ducati a la moglie, e in tutto spogliatosi la gelosia quando era tempo di vestirsela, a quella libero campo lasciò di far tutto quello che piú a grado l’era. Ella poi, servidori per il marito, e per sè di quelle donne in casa condusse, che piú le parvero a proposito. Niceno di questi avvenimenti con Angravalle non mostrò saperne cosa alcuna giá mai. E praticando in casa come prima faceva, non fu di bisogno che Bindoccia gli mettesse la camicia de la mutola, né che a se stessa facesse venir il flusso del ventre per trovarsi insieme, perché ogni volta che volevano avevano agio e modo di star in compagnia e darsi il meglior tempo del mondo. Insomma, io conchiudo che di rado avvenga che, quando una femina delibera far alcuna cosa, che l’effetto non segua secondo il dissegno de la donna. Medesimamente ogni marito deve fuggir piú che il morbo di dar occasione a la moglie di far male.