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novella v 73

ragionamenti impedisse, in questa maniera madonna Bindoccia a dir cominciò: — L’esser noi state, signora mia cugina, fin che fanciullette eravamo, insieme nodrite, e il conoscer quanto sempre amata m’hai, mi dá animo che io possa liberamente i gravi e noiosi miei affanni senza tema alcuna discoprirti. Il perché lasciando tutte l’altre cose da parte, ti dico che io mi truovo in tanto mal essere e cosí disperata, che io non so come io sia viva. E odi per Dio s’ho cagione che a disperarmi sia bastante. Come sai, fui data per moglie ad Angravalle, ed io lo tolsi volentieri, ancor che io fossi fanciulla ed egli passasse quaranta anni, non pensando piú innanzi e non avendo persona di cui mi calesse. Egli, poi che in casa sua condotta m’ebbe, mi tenne sí caramente e sí bene mi trattò, io dico ogni notte, che la matina ne potevano ben andar a messa di piú belle e meglio ornate di me, ma piú consolate non giá; e cosí m’ha tenuta dui anni. Dopoi, senza che io gliene dessi cagione, ha di tal guisa cangiato stile, che mi fa far digiuni e vigilie, che in calendario alcuno non sono registrate, per ciò che ti giuro esser tre mesi passati che mai non m’ha tocco. Da l’altra parte, oltre che contra ogni devere e senza ragione è divenuto geloso, adesso non geloso, ma farnetico e scimonnito mi pare. Io credo che tu sappia come stiamo in casa, e di che qualitá siamo serviti, che se fosse in Napoli scarsitá estrema di servidori e non se ne trovassero per prezzo, non poteremo star peggio. Noi non abbiamo né famiglio né donna, salvo questa mutola che qui vedi, che farebbe col suo viso piatto e rincagnato e con quegli occhioni di bue spiritar chi di notte la vedesse con un poco di lume a l’improvviso, e un gocciolone per famiglio eli’è il maggior tristo del mondo, ma fidatissimo d’Angravalle. In casa nostra, che era albergo d’ogni uomo da bene, non pratica persona se non Niceno, che è l’anima del mio marito. Ma poco mi curarei che persona non ci venisse, quando egli nel resto mi trattasse come le mogli trattar si deveno. E che diavol vuol egli che io mi faccia di tanti vestimenti quanti ho, e de le gioie e anella che da principio mi comperò? Io non posso andar a le chiese come l’altre