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398 parte prima

del tuo signore e male te ne succedesse, almeno da ciascuno e dai nemici medesimi ti sarebbe avuta compassione e ne saresti lodato come leale e fedel servidore al tuo padrone. Ma per simil effetto veramente eterno biasimo e vituperosa infamia, oltra il danno, ne averesti. Serba, fratei mio, questa vita, di cui si poco ti cale, a meglior uso e a più onorata impresa che non è questa. — Parve che Cornelio a questo conseglio molto si raffreddasse ben che mal volentieri e, non sapendo che rispondere, disse che la notte era madre dei pensieri e che meglio ai casi suoi pensarebbe e che poi sarebbero insieme. E con questo da Delio si parti. Come la notte fu venuta e che Cornelio tutto solo si ritrovò, non potendo dormire, lasciò il freno ai suoi pensieri e tra sé rivolgendo varie cose ed al ragionamento con Delio fatto pensando, non ci essendo chi contra lui parlasse, da l’appetito superato e vinto deliberò, se ben la morte riceverne dovesse, andar a Milano. Il perché, levatosi di letto a l'apparir del sole, andò a ritrovar Delio che ancora era nel letto e gli disse: — Delio mio, io ho deliberato, avvenga mò ciò che si voglia, venuto che sia il tal di, come la notte cominci ad imbrunire partirmi ed andar di lungo a Cremona e attender che la porta sia aperta, ché a buonissim’ora s'apre, e andar a casa del nostro messer Girolamo ed ivi star tutto 'l di e poi la sera al tardi uscire ed andarmene di lungo presso a Lodi a Zurlesco, ove io sarò segretamente albergato a casa del cavalier Vistarino, ed ivi anco starmi tutto il di fin presso la sera, e da Zurlesco poi andar a Milano ove io arriverò a le tre ore di notte. Tu sai che la porta Ticinese da ogn’ora s'apre donando un soldo al portinaio, e tutto dritto me n'anderò a casa del nostro messer Ambrogio. — Quando Delio ebbe inteso l'animo di Cornelio, egli si sforzò con evidentissimi argomenti rimoverlo da tal viaggio. Ma puoté dire ciò che volle e ciò che seppe, che Cornelio determinatamente si risolse ad ogni modo voler gire e per ultima conchiusione disse: — Io vo' tentar la mia fortuna. Se la cosa mi succede com'io desidero e spero, qual mai amante fu più di me fortunato e felice? Ma se altrimenti avverrà, almeno averò questo