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novella xxvii 387

consegliare, che le cose sue anderiano meglio, e tu saresti eternamente vergognata, né cosí di leggero trovaresti chi ti volesse per moglie. Ché sapendosi che tu fossi fuggita dietro a un biscaglino tuo servidor di casa, chi non pensaria che tu fussi stata sua bagascia? Gli uomini sono assai piú facili a pensar il male che il bene. Ma poi che don Diego cosí vuole, segua egli questo suo amore e te contra ogni devere apprezzi ed ami. Il perché attendi a quanto ti ho detto e deponi oggimai questa tua ostinazione e si fiera durezza, e consigliati bene a ciò che tu non abbia cagione di pervenir a quel che tu non vorresti, e tien per fermo che io non ho dato principio a questa impresa per lasciarla imperfetta. Si che io ti metto innanzi l’acqua ed il fuoco, e tu piglia qual piú ti piace. — La giovane alora piú che mai ostinata e dura, con fiero e turbato viso, non giá come tenera e timida fanciulla, ma come donna a mille casi di fortuna avversa avvezza, in questo modo altamente al signor Roderico rispose: — Cavaliero, tu hai detto ciò che t’è piacciuto, o bene o male che si sia, ché adesso di questo non voglio teco contrastare; ma io vo’ che tu sappia che prima io son disposta ogni acerba passione sofferire che mai questo sleale amare. E se tu come minacci la morte mi dai, io la riceverò di grado e farò compagnia al mio sfortunato amante e marito, che tu crudelmente hai ammazzato. Si che comincia pur da qual capo ti piace, sempre piú costante mi troverai, perciò che né tu né tutto il mondo che io ami costui farete giá mai. — Tanta fu la pietá che a queste acerbissime parole da la irata giovane dette assalse il signor Roderico, imaginandosi esser dinanzi a la sua donna e che ella seco sdegnata simil cose gli dicesse, che per soverchia doglia quasi isvenne e fu necessario che in terra si mettesse, ove buona pezza dimorò con le forze sue si deboli e smarrite che non poteva formar parola. In questo mezzo la donzella ed il servidor de la giovane, che dubitavano che il signor Roderico, come aveva minacciato, incrudelisse contra loro, si gettorono ai piedi de la padrona e lagrimando la pregavano che ella condescendesse a l’oneste preghiere del signor Roderico e si pacificasse con don Diego. Ma eglino cantavano a’ sordi. Il lagrimante