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386 parte prima

da giusta ira e ragionevole sdegno mosso, a la giovane con fiero sembiante disse: — Io veggio bene che mi converrá metter le mani in pasta e far de le cose che io non vorrei. Pertanto intendimi, Ginevra, e metti mente a quanto ti dico. O tu perdona al cavaliero che mai non ti offese e rendeli la grazia tua che egli in mille maniere ha meritata, o aspetta che io contra te e questi tuoi incrudelisca e ti faccia a mal tuo grado far quello che tu da te stessa deveresti giá aver fatto, ché giuro a Dio mai non fu donna a par di te ingrata e crudele. Pensi tu se egli, come tu credi, per dispregio tuo avesse il maledetto sparviero in dono accettato e la figliuola del signor Ferrando piú di te amata, che avesse lo sparviero ucciso e fosse venuto a starsi in questo luogo deserto e vivere come fanno le fiere tra caverne selvagge? Chi gli vietava prender colei per moglie e seco gioiosamente vivere, se egli avesse voluto? E forse ti staria bene che egli come meriti ti sprezzasse e ti desse mangiar a’ lupi e si procacciasse d’altra amante, e farti lamentar da dovero. Ben si puote egli, se il troppo amor che ti porta non l’accecasse e lo lasciasse scerner il vero, giustamente di te querelare e ramaricar amaramente, anzi ti deverebbe odiare come mortale e fiera nemica ed in tutto sprezzarti, pensando che da te senza cagione sia stato si villanamente abbandonato. E forse, per Dio, che tu avevi eletto giovine a par di lui ricco, bello, vertuoso e nobile? O bella scielta che fatta avevi tra tanto numero di gentiluomini in quelle nostre contrade! Tu t’eri pur attaccata al tuo peggiore amando un biscaglino che era senza roba, vantatore, e che mai non diceva veritá se in fallo non la proferiva. Io credo che ti menava in Biscaglia per farti guardar le capre, ché ben si sa ciò che egli possede, ché se stesse a casa e tenesse un paggio seco non averebbe da viver per sei mesi. Ma tu dirai forse: — lo son ricca e ho tanta roba che da par mia potrei onoratamente vivere. — Ricordati che tua madre è fresca donna e può lungamente vivere, e mentre che vive che ella è padrona del tutto, e se avessi preso il biscaglino per marito mai non ti averia voluto vedere, e in questo mezzo non so come saresti vissuta, ed averesti avuta invidia a’ morti. Io so bene se don Diego si lasciasse da me