voglia modo vendicare, vi farò conoscere che avete fatto opera
d’assassino e non da cavaliero. Basta che a voi non appartiene
a pigliar piú cura dei casi miei di quella che io prender mi
voglia. Io son libera e posso di me far ciò che m’aggrada; lasciatemi adunque andare ove mi piace e non vi pigliate le gabelle degli impacci, e governate voi stesso e farete bene; perciò
che il volermi condurre ove don Diego sia, mentre mi tenete a
questo modo, è in vostra libertá, ma non potrete giá mai far
che io di mia voglia seco resti né punto l’ami. Io prima in
qual si sia modo mi ucciderò che sopportare che egli di me
goda. Onde farete il debito vostro a lasciarmi con questa mia
donzella e questo servidore andar ove mi piace. — li cavaliero
con molte ragioni s’affaticò assai persuaderle il meglio che ella
deveva fare, ma il tutto indarno, tanto era ella ostinata e piena
di sdegno. E cosí tra questi ragionamenti pervennero a la spelonca, ove don Diego, veduta la sua crudel donna che giá era stata
posta in terra, se le gettò umilmente a’ piedi e lagrimando dirottamente le gridava mercé, se mai l’avesse offesa. Ma ella tutta
piena di veleno e di donnesca rabbia, rivoltata altrove la faccia,
non degnò mirarlo né parlarli. Questo veggendo don Diego si
levò in ginocchioni e dopo mille preghi e calde lagrime cosí le
disse: — Poi che la mia sincera fede appo voi, signora mia, non
può de la sua candidezza acquistar credenza e che io senza la
grazia vostra viver non potrei, questo almeno non mi sia da voi
per l’ultima grazia che vi chieggio negato, se in voi punto di gentilezza e di nobiltá regna. E questo è che voi con le mani vostre quella di me vendetta prendiate che piú v’aggrada. Il che
mi sará di somma contentezza veggendo che del sangue mio
vogliate sodisfarvi. E certo sará assai meglio sodisfacendovi morire che restar vivo ne la vostra disgrazia, perciò che sapendo
10 che la vita mia v’annoia e che la morte vi piace, sarò da
me stesso astretto per sodisfazion vostra ammazzarmi, ché almeno potrò dire d’avervi una volta contentata. — Stava la giovane assai piú dura che un marino scoglio, né mai al supplicante cavaliero degnò risponder una parola sola. II che veggendo
il signor Roderico ed infinitamente dispiacendoli tanta crudeltá,