dore: — Fratello, io voglio che questa sia la mia stanza fin che
questa breve vita mi durerá. — Quivi adunque smontati e ai cavalli levati i freni e le selle, quelli lasciarono andare ove piú
lor aggradiva, dei quali mai piú non si seppe novella, perciò che
pascendo l’erbe e da la caverna allontanandosi creder si deve
che divenissero ésca di lupi. Il cavaliero, fatto porre in un canto
de la spelonca le selle, i freni e l’altre cose, deposti i panni consueti, si vesti col servidore l’abito da romito, e con legni di modo
la bocca de la grotta conciò che fiera alcuna non ci poteva entrare. Era la grotta molto spaziosa e tutta ne l’arido fondo cavata. Quivi di foglie di faggio s’acconciarono duo lettucci a la
meglio che si puoté. E cosí se ne stettero molti di, vivendo di
bestie salvagge che il servidore con una balestra che recata
aveva ammazzava, ed assai sovente di radici d’erbe, di frutti selvaggi, di ghiande e d’altre simili cose, e la sete si levavano
con l’acqua de la fontana, cosa che al cavaliero non deveva dar
noia non bevendo egli vino. In questa si povera e selvestre vita
se ne stava don Diego ed altro mai non faceva che pianger la
durezza e crudeltá de la sua donna, e come una fiera tutto il di
per quei borroni solo se n’andava, forse cercando qualch’orso
che la vita gli levasse. Il servidore attendeva quanto piú poteva
a pigliar de le selvaggine, e come comodamente gli veniva l’occasione esortava il suo padrone a lasciar questa vita bestiale e
a casa tornarsene, e trattar Ginevra la bionda da sciocca come
ella era, che non conosceva il suo bene e non meritava che si
nobil e ricco cavaliero l’amasse. Come si veniva su questi ragionamenti, don Diego non poteva sofferire che mal di lei si
dicesse e comandava al servidore che d’altro parlasse, e a pianger e sospirar si dava di modo che in breve perduto il natural
colore e divenendo tuttavia piú macilente e magro, piú a uomo
selvaggio che ad altro rassembrava. L’abito anco bigio con quel
cappuccino di dietro che portava, la barba che gli cresceva ed
i capelli sbaruffati e gli occhi che ne la testa piú ognora gli entravano, l’avevano di modo trasformato che non ci era rimasa
nessuna de le sue solite fattezze. La madre non veggendo la
matina don Diego venir a desinare domandò di lui. Il servidore,