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novella ii 33

rappacificarsi astrignevano. Ma ritrovando con veritá che egli giusta cagione avuta avesse di sdegnarsi e di montar in còlera, il causatore de lo sdegno, secondo la qualitá del diffetto, o piú o meno punivano, ora con essilio ora con pena capitale. Il giudicio di questi tali era senza appellazione alcuna accettato. Ben poteva il re, pronunziata la sentenza, od in tutto od in parte diminuir la pena ed assolver il reo. Onde chiaramente si comprendeva che la sentenza dai consiglieri pronunziata era pura giustizia, e la voluntá del re, se alcuno assolveva, era grazia e misericordia. Fu adunque astretto il re, per gli statuti del regno, nel suo conseglio la cagione de la sua mala contentezza dire. Il che puntalmente egli fece. I consiglieri, poi ch’ebbero le ragioni del re udite, mandarono per Ariabarzane, dal quale con maturo essamine volsero intender perché egli la tale e la tal cosa avesse fatto. Cominciarono dopoi li signori consiglieri sovra la proposta questione a disputare, ed insieme contrastando nel ricercar la veritá de la cosa, insomma dopo una lunga contesa fu da lor giudicato che Ariabarzane ne perdesse il capo, si perché s’era voluto agguagliar al re, anzi avanzarlo, ed altresí perché non aveva mostrato allegrezza d’aver preso per moglie una figliuola del suo re, né rese a quello le debite grazie di tanta cortesia. Era appo i persiani per fermo tenuto che in qualunque atto od operazione che si sia, ogni volta che il servo cerca d’avanzare e di superar il suo signore, quantunque l’opera sia lodevole e degna, avendo riguardo al disprezzo che egli ha a la regia maiestá, che ne deve essere decapitato, perché troppo altamente offende il suo padrone. E per meglio confermar questa loro sentenza dicevano essi signori consiglieri esser altre volte dai regi persiani tal diffinizione stata esseguita, e registrata nei loro annali. Il caso era tale. Era ito il re di Persia a diportarsi con molti dei suoi baroni in campagna, ed avendo seco i falconi cominciò a farli volar dietro a vari augelli. Non dopo molto ritrovarono un aerone. Comandò il re ch’uno dei falconi che era tenuto per il meglior che ci fosse, perché era di gran

lena e saliva fin a le stelle, fusse lasciato dietro a l'aerone. Il che fatto, l'aerone cominciò ad alzarsi ed il falcone a seguitarlo

M. Bandello, Novelle. 3