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342 parte prima

sostengo me e la mia povera famiglia. Io de l’aiuta a me prestata ve ne resto ubligatissimo e senza fine ve ne ringrazio. E per pagar alcuna particella del debito voglio che di compagnia beviamo di questo buon vino, che so che vi piacerà. — E tratto fuor d'una sua bisaccia pane e carne, ne diede a tutti ed egli anco si mise a mangiare e dar loro da bere. Come quei soldati gustarono la dolcezza e soavità del vino, vi so dire che ne tracannavano gran bicchieri, né troppo stettero tuttavia bevendo che furono da gravissimo sonno preci, e cadendo in terra tutti restarono addormentati. Il giovine, che bevuto non aveva sapendo la vertù del vino, come vide questo prese il corpo del fratello, ed in luoco di quello v’appiccò uno degli utri ed a casa se ne tornò tutto lieto. Ma prima che si partisse agli addormentati guardiani la barba dal canto destro tagliò. Il re la mattina, intendendo il fatto, si meravigliò senza fine de l’ingegno del ladro e lo commendò per audace ed astutissimo. E perché spesso avviene che molti per dar compimento a’ lor desidèri non si curano far di quelle cose che disoneste sono e vituperose, si deliberò il re di voler sapere chi fosse questo scaltrito ed avvisto ladro e tenne questo modo. Egli aveva una bellissima figliuola da marito di diciotto in dicenove anni. Fece il re bandire esser a ciascuno lecito andar la notte a giacersi con la figliuola ed amorosamente prender di lei piacere, mentre che prima le giurasse per la deità d’Iside di narrarle, avanti che la toccasse, tutte le cose che astutamente fatte aveva. Mise poi la figliuola in una casa privata ove l’uscio stava aperto, ed a quella diede commissione di tener forte colui il quale le dicesse di aver involati i tesori, troncata la testa al ladro, deposto il corpo da le forche ed ingannati i guardiani. Non vi pare egli che questo balordo, ben che fosse re, avesse un disordinatissimo appetito, assai più strano che quelli che vengono a le donne gravide? Ma poi che io per una vecchia insensata non volli dir mal de le donne, senza altrimenti agli uomini lavare il capo d'altro che di sapone, me ne passerò via leggermente confidandomi nei giudici vostri, ché tale lo giudicarete quale egli si merita. Poi che il re ebbe questo ordine publicato e fatto solennemente bandire, il giovine che il tesoro rubato aveva